Rivellino Pride: inutili le strumentalizzazioni

· Inserito in Spazio aperto
Stefano Ferrini

PIOMBINO 11 luglio 2019 — Ben ven­ga una inizia­ti­va per par­lare di dirit­ti delle per­sone omoses­su­ali, trans­es­su­ali, bises­su­ali o sen­za iden­tità di genere, delle dis­crim­i­nazioni cui anco­ra oggi sono sot­to­posti, delle azioni che anche a liv­el­lo locale devono essere messe in cam­po per l’af­fer­mar­si di dirit­ti uni­ver­sali del­l’uo­mo. Lo abbi­amo det­to in cam­pagna elet­torale, nel­l’in­con­tro pub­bli­co orga­niz­za­to tra tut­ti i can­di­dati sin­da­co, fa parte del DNA di Spir­i­to Libero, infine lo rib­a­di­amo qui. Quan­do siamo sta­ti con­tat­tati per parte­ci­pare all’or­ga­niz­zazione del Riv­el­li­no Pride, cre­den­do fer­ma­mente nei dirit­ti civili e non aven­do in tut­ta onestà niente da impara­re da altri che spes­so sono sta­ti più che ret­i­cen­ti sui temi del­la ses­su­al­ità, abbi­amo però rifi­u­ta­to l’in­vi­to ad orga­niz­zar­lo. L’im­postazione data infat­ti, con solo alcu­ni par­ti­ti già indi­vid­uati come orga­niz­za­tori, non ha cer­ca­to di ampli­are la platea, ma invece era chiara­mente riv­ol­ta a costru­ire una inizia­ti­va di stam­po pura­mente politi­co e per stru­men­tal­iz­zare. Questo, oltre a rischiare di non cogliere gli obi­et­tivi del­l’inizia­ti­va, anziché ad unire pun­ta­va a dividere ed era miope pro­prio dal pun­to di vista politi­co. Ci sono infat­ti forze e per­son­al­ità che fan­no parte del­la mag­gio­ran­za che sostiene il sin­da­co Francesco Fer­rari che han­no su questi temi la stes­sa nos­tra impostazione e non quel­la tru­ci­da di Lega o Fratel­li d’I­talia ed anche loro quin­di dove­va­mo coin­vol­gere. Come pure elet­tori che han­no sostenu­to Fer­rari, che, se vogliamo ricon­quistare, dob­bi­amo includ­ere, non emar­ginare. Nat­u­ral­mente, essendo sta­ti sem­pre in pri­ma lin­ea sul tema dei dirit­ti civili, al di là di queste critiche non pote­va­mo non aderire all’inizia­ti­va e plau­di­amo alla scelta fat­ta del Comune di dare il patrocinio, speran­do da un lato che si superi­no le inutili e con­tro­pro­du­cen­ti stru­men­tal­iz­zazioni politiche e che dal­l’al­tro il prossi­mo anno il Comune patroci­ni anche il Pride toscano, coer­ente­mente con la scelta fat­ta local­mente, per­ché sui dirit­ti, almeno per noi, non si deve arretrare di un mil­limetro ed anzi si deve avan­zare.

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