Se gli ospedali sul continente sono irraggiungibili

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Lorenzo Marchetti

RIO MARINA 9 novem­bre 2015 — Leg­go che saba­to notte un ses­san­tenne, col­pi­to da infar­to, dove­va essere trasfer­i­to urgen­te­mente dal­l’ospedale di Porto­fer­raio a quel­lo di Piom­bi­no per essere sot­to­pos­to ad una coro­naro­grafia. Ma l’elisoc­cor­so non pote­va viag­gia­re a causa del­la fit­ta neb­bia, allo­ra l’uo­mo è sta­to trasporta­to sul­la cos­ta con una motovedet­ta attrez­za­ta per il soc­cor­so medico. Il caso si è risolto al meglio, tut­tavia doman­do che cosa sarebbe suc­ces­so se le con­dizioni meteo­ma­rine non avessero con­sen­ti­to di viag­gia­re né alla motovedet­ta del­la Guardia costiera, né alla nave traghet­to, mag­a­ri spedi­ta per l’oc­ca­sione. Queste sono eve­nien­ze che in ogni modo pos­sono accadere. In sostan­za, ques­ta è la realtà in cui vivono gli oltre trentami­la elbani e i tre­cen­tomi­la tur­isti che qui trascor­rono le loro vacanze estive. Mi atten­go tut­tavia a quan­to affer­ma­to dal­l’asses­sore regionale al dirit­to alla salute, Ste­fa­nia Sac­car­di: “Sarei anda­ta lì a dire che l’ospedale non si toc­ca e a rib­adire tut­ta la mia atten­zione ver­so l’iso­la e i suoi servizi”. In effet­ti, non ha sen­so pot­er usufruire delle strut­ture e delle pro­fes­sion­al­ità pre­sen­ti in Val di Cor­nia e in Val di Ceci­na, quan­do poi le con­dizioni metere­o­logiche non lo con­sentono.

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