Se il nuovo è questo: il buio oltre l’Asiu e la Tap

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PIOMBINO 30 luglio 2015 — Leg­giamo le linee del nuo­vo piano che dovreb­bero portare fuori dal pan­tano le parte­ci­pate ASIU e TAP: dal nuo­vo CdA ci aspet­tava­mo delle novità, sia sul piano delle strate­gie che su quel­lo del­la trasparen­za, ma purtrop­po osservi­amo che le strate­gie riman­gono quelle pen­sate dal vec­chio CdA , men­tre sul piano del­la trasparen­za si con­tin­ua con un meto­do piut­tosto fumoso.
Non c’è dis­con­ti­nu­ità con la vec­chia strate­gia, quel­la che ha por­ta­to all’indebitamento di ASIU e al suo fal­li­men­to. Le strate­gie delin­eate si fon­dano anco­ra sul lan­cio del­la pro­duzione del con­glomix ( atten­zione: lan­cio non rilan­cio, per­ché il con­glomix non è mai sta­to com­mer­cial­iz­za­to e non ci è dato sapere per­ché).
Il pas­sag­gio chi­ave sem­bra sia questo, ma pog­gia sul nul­la di cer­to per­ché il mate­ri­ale da trattare è quel­lo dell’area LI53, attual­mente sot­to seque­stro; si cercherà di accel­er­are i tem­pi per il dis­se­que­stro e l’affidamento in con­ces­sione ad ASIU, ma noi chiedi­amo chi pagherà per il con­fer­i­men­to del mate­ri­ale a TAP? I costi saran­no a cari­co di ASIU? Rimane poi irrisolto e con­tro­ver­so , comunque, il prob­le­ma del­la com­mer­cial­iz­zazione del con­glomix. Non ci sem­bra di vedere indi­cazioni cir­costanzi­ate in mer­i­to.
Si par­la poi di ria­dat­ta­men­to degli impianti TAP per pot­er trattare altri rifiu­ti (anche l’amianto?) sen­za pre­cis­arne i costi e le fonti di finanzi­a­men­to e igno­ran­do del tut­to il prin­ci­pio demo­c­ra­ti­co in base al quale la deci­sione di portare rifiu­ti a Piom­bi­no com­pete ai Con­sigli Comu­nali e non ai CdA.
Per gli inter­ven­ti sopra det­ti non si definis­cono i tem­pi di real­iz­zazione, pur sapen­do che nel frat­tem­po la TAP con­tin­ua a perdere decine di migli­a­ia di euro ogni mese, perdite che fini­ran­no sicu­ra­mente nelle bol­lette dei cit­ta­di­ni.
Si con­fer­ma anche la volon­tà di acquisire la dis­car­i­ca Luc­chi­ni, sen­za però pre­cis­are cosa com­por­ti ques­ta scelta in ter­mi­ni finanziari e di ges­tione. Da chi ver­rà acquisi­ta? Cosa c’è in ques­ta dis­car­i­ca? L’analisi, la cat­a­logazione, la mes­sa in sicurez­za a cari­co di chi sono?
Infine sem­bra si dia per cer­ta la real­iz­zazione del­la nuo­va dis­car­i­ca, da col­lo­care nel cono che si ver­rà a creare tra la dis­car­i­ca in via di esauri­men­to e la dis­car­i­ca Luc­chi­ni (da rialzare con i mate­ri­ali dell’area LI53) , ma non si pre­cisano né i costi, né lo sta­to di avan­za­men­to delle autor­iz­zazioni, i suc­ces­sivi tem­pi di real­iz­zazione e i finanzi­a­men­ti.
Per dis­perdere queste neb­bie, noi vor­rem­mo che fos­sero resi noti alcu­ni dati:
1) Il deficit reale del­la ges­tione 2014,
2) La pre­vi­sione di bilan­cio 2015,
3) Lo sta­to effet­ti­vo di indeb­ita­men­to,
4) I tem­pi e la modal­ità del pas­sag­gio (ammes­so che ci sia) del servizio di rac­col­ta e spaz­za­men­to a SEI Toscana,
5) Il val­ore delle fideius­sioni atte a coprire i costi di mes­sa in sicurez­za del­la dis­car­i­ca in esauri­men­to, se sono adeguate o meno,
6) Quali impeg­ni han­no pre­so i Comu­ni-soci pro­pri­etari per sostenere le oper­azioni di rilan­cio TAP, di acqui­sizione del­la dis­car­i­ca Luc­chi­ni e di real­iz­zazione del­la nuo­va dis­car­i­ca.
Infine fac­ciamo alcune con­sid­er­azioni di carat­tere stret­ta­mente politi­co:
1) Il decre­to leg­isla­ti­vo 14.03.2013 fa una chiara dis­tinzione tra attiv­ità di pub­bli­co inter­esse e non. Ci pare per­tan­to legit­ti­mo chiedere se l’attività che TAP (parte­ci­pa­ta pub­bli­ca) svol­gerà rien­tri o meno in questo ambito.
2) La legge di sta­bil­ità 2015 (190/2014) prevede la razion­al­iz­zazione delle aziende parte­ci­pate pun­tan­do alla riduzione del loro numero dalle oltre 11.000 a 6.000, men­tre ciò che si sta facen­do  , in loco e in ATO Sud, il man­ten­i­men­to in vita di tutte le soci­età esisten­ti cui se ne aggiunge una nuo­va, la SEI Toscana.
3) La con­ven­zione sot­to­scrit­ta da CO.SE.CO, ( l’analoga di ASIU a Gros­se­to) e la soci­età che gestisce gli impianti di Scar­li­no e le Stril­laie, prevede un impeg­no per il con­fer­i­men­to di una grande mole di rifiu­ti indif­feren­ziati, che deve man­ten­er­si costante per tut­ta la dura­ta del­la con­ven­zione. Questo rap­p­re­sen­ta ovvi­a­mente un osta­co­lo per lo svilup­po del­la dif­feren­zi­a­ta, per il ritar­do del­la quale i cit­ta­di­ni stan­no già pagan­do multe salate.

Un’Altra Piom­bi­no

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