Se un Piano di Protezione Civile non esiste

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pervenuta in redazione

SAN VINCENZO 10 novem­bre 2014 — Bas­tano due goc­ce d’ac­qua per bloc­care tut­to il paese, com’è toller­a­bile tut­to questo? Il sin­da­co, essendo sta­to asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca, dovrebbe conoscere l’es­pan­sione del nos­tro paese ed anche i rischi che cor­ri­amo ogni vol­ta che piove.
Vogliamo ogni vol­ta dare la col­pa alle fan­tomatiche bombe d’ac­qua o ques­ta vol­ta la scusa sarà diver­sa? Intan­to le vie d’ac­ces­so e d’us­ci­ta al paese ed i vari sot­topas­si si allagano met­ten­do in ginoc­chio la via­bil­ità.
Nel 2013 l’am­min­is­trazione Bia­gi approva­va la con­ven­zione con Sas­set­ta e si impeg­na­va alla redazione di un Piano inter­co­mu­nale di Pro­tezione Civile, dove sono questi doc­u­men­ti?
Se esistono sono nascosti bene, in modo che nes­suno li pos­sa con­sultare e conoscere cosa fare in caso di emer­gen­za. Tut­to questo è il con­trario del­la buona rego­la che pre­scriverebbe la mas­si­ma pub­blic­ità e infor­mazione alla popo­lazione.
Se un Piano di Pro­tezione Civile non esiste, ci chiedi­amo cosa inten­da fare l’am­min­is­trazione: garan­tire la sicurez­za dei cit­ta­di­ni o aspettare che suc­ce­da qual­cosa di grave, come nel caso degli sver­sa­men­ti in mare, pri­ma di iniziare a pen­sare alla sal­va­guardia del­la popo­lazione?

Grup­po Con­sil­iare di Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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