Sesto viaggio della memoria al campo di Fossoli

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Mauro Ferri

PIOMBINO 19 mag­gio 2015 — E così anche quest’anno, nonos­tante le dif­fi­coltà eco­nomiche che ne ave­vano mes­so in forse l’or­ga­niz­zazione, siamo rius­ci­ti, gra­zie al gen­eroso con­trib­u­to di vari spon­sor cit­ta­di­ni, a real­iz­zare, nel quadro delle cel­e­brazioni del 70° anniver­sario del­la fine del­la sec­on­da guer­ra mon­di­ale il 6° VIAGGIO DELLA MEMORIA a Fos­soli, dopo essere sta­ti negli anni pas­sati a Mau­thausen, alla Risiera di San Saba a Tri­este, a Berli­no e a Dachau. Con il patrocinio del Comune e la parte­ci­pazione dell’ARCI, dell’ANPI, del­la scuo­la media Guar­di e degli isti­tu­ti supe­ri­ori CARDUCCIVOLTA-PACINOTTI e EINAUDI-CECCHERELLI, 45 ragazzi del­la scuo­la media sono par­ti­ti il 20 di aprile con des­ti­nazione il cam­po di con­cen­tra­men­to di Fos­soli e 90 ragazzi degli isti­tu­ti supe­ri­ori sono par­ti­ti il 22/23 aprile per vis­itare la Casa museo dei fratel­li Cervi, il Museo del­la depor­tazione di Carpi e il Cam­po di con­cen­tra­men­to di Fos­soli, accom­pa­g­nati dai rispet­tivi inseg­nan­ti, dall’assessore alla cul­tura Pao­la Pel­le­gri­ni, da rap­p­re­sen­tan­ti dell’Arci e dell’Anpi. Non mi sof­fer­merò con queste mie note a descri­vere quel­lo che abbi­amo vis­to e udi­to dalle guide durante le varie vis­ite , cose ormai note alla mag­gio­ran­za di tut­ti noi e ricor­date dagli stes­si ragazzi con le rif­les­sioni di una di loro. Preferisco met­tere in risalto la seria parte­ci­pazione, il com­por­ta­men­to, la com­mozione dei ragazzi degli isti­tu­ti supe­ri­ori con i quali ho vis­su­to due giorni di intense e sin­cere emozioni, A dimostrazione  vor­rei citare un episo­dio avvenu­to la sera del 22. Fini­ta la cena al cir­co­lo Arci Kar­in­ca, che ci ospi­ta­va, dopo i salu­ti di ben­venu­to del Sin­da­co di Carpi e dei pres­i­den­ti dell’Arci e dell’Anpi di Mod­e­na, salirono sul pal­co tre giovani/novantenni staffette par­ti­giane (Stel­la, Rosa e Lui­gi ), tes­ti­moni ocu­lari del­la Resisten­za emil­iana, di cui par­larono con una forza e un entu­si­as­mo da ven­ten­ni. Ter­mi­na­to il rac­con­to, come spin­ti da una mol­la, tut­ti i novan­ta ragazzi si alzarono in pie­di con un applau­so fragoroso, sal­en­do in mas­sa sul pal­co per abbrac­cia­re le tre mer­av­igliose staffette. Fu un momen­to com­movente che dif­fi­cil­mente potrò dimen­ti­care. Tut­to ciò per affer­mare la seri­età del prog­et­to e la preparazione dei ragazzi, aiu­tati dalle loro inseg­nan­ti con dibat­ti­ti, incon­tri e assem­blee nel peri­o­do antecedente la parten­za. A dimostrazione che questi viag­gi non sono i soli­ti viag­gi di rou­tine e di piacere ma vere espe­rien­ze di vita e for­mazione preparate con impeg­no e deter­mi­nazione.

ESTRATTO DAL DIARIO DI BORDO DI NOEMI BERTI DELL’ISTITUTO EINAUDI/CECCHERELLI
“ 25 Aprile “: ecco ora ho capi­to cosa pos­sa sig­nifi­care.
Questo viag­gio è sta­to per me non solo una lezione di vita ma anche di amore. Mi ha inseg­na­to che la famiglia è la cosa più bel­la che si può avere . Un giorno spero di pot­er inseg­nare a mio figlio come amare, come ha fat­to la mer­av­igliosa famiglia Cervi molto anni fa e come il loro esem­pio mi ha com­ple­ta­mente coin­volto, con la sper­an­za che dia alla vita e alla felic­ità il val­ore che essi si mer­i­tano.
Questo viag­gio mi ha fat­to apprez­zare tante cose che fino ad ora mi pas­sa­vano inosser­vate.
Mau­ro, in questi giorni, mi ha fat­to aprire gli occhi e rispolver­a­to il cuore, quan­do sul pull­man , di ritorno dal­la visi­ta al cam­po di con­cen­tra­men­to di Fos­soli ci ha det­to con com­mozione : “ RAGAZZI IMPARATE DA QUANTO ABBIAMO VISTO, SAPPIATE CHE      È NECESSARIO LOTTARE COME HANNO FATTO I FRATELLI CERVI PERCHÉ TUTTO QUESTO NON SI RIPETA
Vedere con i miei occhi ciò che 70 anni fa han­no pas­sato quelle migli­a­ia di per­sone, non solo ha las­ci­a­to in me una pro­fon­da com­mozione che dif­fi­cil­mente potrò dimen­ti­care, ma mi ha dato la certez­za che tut­to quan­to è real­mente accadu­to facen­do­mi riflet­tere sulle reali atroc­ità scate­nate con­tro uomi­ni, donne e bam­bi­ni
Nel museo di Carpi, MONUMENTO AL DEPORTATO POLITICO E RAZIALE NEI CAMPI DI STERMINIO NAZISTI, mi ha col­pi­to una delle tante frasi incise sulle pareti che porterò con me per la vita:
CARA MOGLIE, TU NON SAI COME CI TORTURANO. CI SPENGONO, SUL PETTO NUDO LE SIGARETTE ACCESE , DI GIORNO IN GIORNO QUANDO CI FANNO GLI INTERROGATORI , CI TIRANO LA PELLE CON TENAGLIE ARROVENTATE, CI METTONO LE DITA SU FERRI ARROVENTATI ESTRAENDOCI LE UNGHIE CON SOFFERNZE TERRIBILI “.
Spero tan­to che ques­ta espe­rien­za vis­su­ta da tut­ti noi con tan­ta parte­ci­pazione ci ser­va per ricor­dare e soprat­tut­to per tra­man­dare ad ami­ci e conoscen­ti, affinchè tut­to ciò non si ripeta mai più.
BUON 25  APRILE A TUTTI E VIVA LA LIBERTADI OGNUNO DI NOI

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