Si allungano i tempi, si indeboliscono le tutele

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PIOMBINO 12 mar­zo 2016 — Esprim­i­amo  sol­i­da­ri­età e vic­i­nan­za ai lavo­ra­tori del­la Sir­ti di San Vin­cen­zo in lot­ta per la dife­sa del loro pos­to di lavoro. Solo la  mobil­i­tazione, come stan­no facen­do da giorni questi lavo­ra­tori, potrà per­me­t­tere  di  sal­va­guardare i loro dirit­ti. La stes­sa cosa dovrebbe valere per la verten­za Afer­pi, per la quale le prossime sca­den­ze saran­no deci­sive. Così come gli ulti­ma­tum dati  (speran­do non siano a salve come è suc­ces­so fino ad oggi) per l’ acquis­to del­la nuo­va acciaieria e del nuo­vo treno per le rotaie. Vedremo inoltre cosa suc­ced­erà nel­la riu­nione del 17 mar­zo del comi­ta­to esec­u­ti­vo per l’ accor­do di pro­gram­ma  (la famosa cab­i­na di regia sen­za reg­isti).
I lavo­ra­tori non pos­sono aspettare iner­mi, è oppor­tuno che i sin­da­cati da qui al 24 aprile fac­ciano pres­sione e dispongano inizia­tive e man­i­fes­tazioni, affinché  l’azienda ottem­peri agli impeg­ni pre­si anche al MISE e non tem­poreg­gi e riman­di ulte­ri­or­mente la posa del­la pri­ma pietra del­la nuo­va acciaieria e del nuo­vo lam­i­na­toio, e dimostri in modo inequiv­o­ca­bile la volon­tà per l’ attuazione del piano indus­tri­ale nel suo com­p­lesso ( Agroin­dus­tri­ale – por­to e logis­ti­ca).
Chiedi­amo fin da ora che subito dopo la riu­nione del 17 (quel­la del­la cab­i­na di regia) ven­ga con­vo­ca­ta un’ assem­blea uni­ca dei lavo­ra­tori com­pre­si  quel­li dell’ indot­to per decidere in quale modo e con quali forme di mobil­i­tazione Piom­bi­no pos­sa  diventare un’ emer­gen­za nazionale da affrontare, da parte delle isti­tuzioni, sen­za ulte­ri­ori attese e giochi sulle spalle dei lavo­ra­tori.
La nos­tra pro­pos­ta (boc­cia­ta dai Sin­da­cati)  per far uscire l’azienda allo scop­er­to, capen­do così le vere inten­zioni ,  l’avevamo fat­ta in assem­blea al  Phale­sia e la rib­a­di­amo, con forza oggi: real­iz­zare un accor­do (clau­so­la di miglior favore) dove l’azienda si impeg­na a far iniziare i due anni imposti dal­la legge sul man­ten­i­men­to dell’ occu­pazione e delle attiv­ità pro­dut­tive non dall’atto di acquis­to avvenu­to il 30 giug­no 2015, con con­seguente sca­den­za 30 giug­no 2017,  ma dal momen­to dell’ inizio dei lavori per la real­iz­zazione del­la nuo­va  acciaieria. Di con­seguen­za anche gli ammor­tiz­za­tori sociali sareb­bero pro­ro­gati e questo tutel­erebbe ulte­ri­or­mente i lavo­ra­tori e la fab­bri­ca  (ricor­diamo che dal 30 giug­no 2017  l’azienda potrà dis­porre dei lavo­ra­tori e del­la fab­bri­ca come vuole sen­za alcun tipo di vin­co­lo).
Non c’e’ più spazio per l’am­bi­gu­i­tà e per l’ipocrisia, come abbi­amo vis­to anche nel con­veg­no, sul­la siderur­gia di saba­to scor­so, al cen­tro gio­vani. In quel con­veg­no sem­bra­va di vivere in una realtà dis­so­ci­a­ta: quat­tro giorni pri­ma i sin­da­cati ave­vano det­to ai lavo­ra­tori, nel­l’assem­blea svoltasi al  Phale­sia, che il prog­et­to Afer­pi  ave­va i giorni con­tati, men­tre in quel con­veg­no, gli stes­si rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali non han­no cita­to min­i­mante la tragic­ità del­la situ­azione, come se tut­to andasse bene, tut­to fos­se a pos­to.
Dimostri­no i sin­da­cati di essere con e per i lavo­ra­tori, indipen­den­ti dal­la polit­i­ca e dal potere cos­ti­tu­ito.
Citan­do Fat­i­can­ti, seg­re­tario nazionale Fiom per la siderur­gia, e ripren­den­do ciò che noi da tem­po forte­mente soste­ni­amo: finché non si col­erà acciaio,  (ma, aggiun­giamo anche, finché non si sarà con chiarez­za avvi­a­to il piano di risana­men­to ambi­en­tale e ricon­ver­sione eco­log­i­ca del SIN di Piom­bi­no) nes­sun bul­lone, macchi­nario e/o impianto lascerà Piom­bi­no per essere trasfer­i­to in Brasile o in qual­si­asi altra parte del mon­do. Chiedi­amo infine che i lavo­ra­tori, per raf­forzarne l’af­fer­mazione, nel­la prossi­ma assem­blea voti­no, con le nos­tre inte­grazioni a favore del­la salute di lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni, quan­to sostenu­to dal Fat­i­can­ti.

Grup­po Mino­ran­za Sin­da­cale — Camp­ing CIG

(Foto di Pino Bertel­li)

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