Socialisti ignorati e consigliere promosse in giunta

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Fiorenzo Bucci

CAMPIGLIA 16 giug­no 2014 – Il sin­da­co non è nuo­vo ma la giun­ta in gran parte sì: un bel po’ di gio­vani con mod­es­tis­si­mi trascor­si ammin­is­tra­tivi e con un ril­e­vante entu­si­as­mo che, non mit­i­ga­to dall’esperienza, può portare ad ecces­si. Ed infat­ti l’inizio del nuo­vo quin­quen­nio ammin­is­tra­ti­vo nel Comune di Campiglia è sta­to carat­ter­iz­za­to da un paio di polemiche, decisa­mente for­ti e non sem­pre per­fet­ta­mente com­pren­si­bili dal­la gente comune.
Il pri­mo bot­to è scop­pi­a­to per l’esclusione in giun­ta di un rap­p­re­sen­tante social­ista. La sto­ria affon­da le radi­ci in una vec­chia tradizione e nelle carat­ter­is­tiche di per­son­ag­gi che nel Comune e soprat­tut­to a Ven­tu­ri­na han­no fat­to la sto­ria. Negli anni set­tan­ta, ai tem­pi degli equi­lib­ri più avan­za­ti di demar­tini­ana memo­ria, il Psi ave­va una minus­co­la sede in via Coper­ni­co a Ven­tu­ri­na dove, giorno dopo giorno, un “com­pag­no”, uno solo, impert­er­ri­to apri­va la sezione ed atten­de­va invano qual­cuno che mai arriva­va. Il Pci che allo­ra tut­to ave­va e che tut­to ges­ti­va, viag­gia­va  incon­trasta­to col 62 ed oltre per cen­to ad ogni elezione e di cer­to guar­da­va quell’insignificante Psi dall’alto in bas­so. Pas­sarono pochi anni e tut­to cam­biò; il garo­fano, che sos­ti­tuì fal­ci­ni e martel­li nel­la vec­chia bandiera, iniz­iò una sta­gione che dove­va portare il par­ti­to social­ista a sfio­rare il 20 per cen­to del con­sen­si. Dal­la stan­za dis­ador­na ai bloc­chi Cav­ic­chi, la sezione, inti­to­la­ta a Francesco Cipri­ani, si trasferì in un appar­ta­men­to nel cen­tro di Ven­tu­ri­na. Gian­fran­co Benedet­ti­ni, ani­ma, cuore e cervel­lo del par­ti­to, non fu più solo e, lom­bar­diano di vec­chia tradizione, com­in­ciò ad accarez­zare l’idea del­la parte­ci­pazione nel­la giun­ta comu­nale. Era­no i tem­pi dei sin­daci Mon­to­moli e Poli­dori i quali di lì a poco si trovarono, in effet­ti, alcu­ni asses­sori del Psi nell’esecutivo. Da allo­ra e per diver­so tem­po la giun­ta di Campiglia ha vis­to la pre­sen­za costante di espo­nen­ti social­isti. Qua­si sem­pre i soli­ti nomi con pochi ricam­bi e con mol­ta meno forza elet­torale quan­do il garo­fano venne tra­volto e, in una dias­po­ra sen­za fine, vide molti mil­i­tan­ti accasar­si ed avere cariche nel par­ti­to mag­giore. Pro­prio quel­lo che per lun­go tem­po in moltissi­mi, giun­ta o non giun­ta, ave­vano aspra­mente crit­i­ca­to nel­la sezione all’incrocio tra l’Aurelia e via Dante Alighieri. Gian­fran­co Benedet­ti­ni no. Lui rimase a lun­go al palo, mai ama­to dal Pci e dai par­ti­ti ere­di del Pci, mai ricom­pen­sato a suf­fi­cien­za per l’incredibile opera che con rara gen­erosità offrì in ogni modo al paese intero. Solo alcu­ni anni fa il leader social­ista, ormai superati i 70 anni, fu richiam­a­to in servizio dal sin­da­co Rossana Sof­frit­ti. I due sono legati da sin­cera ami­cizia ma è anche vero che, per opin­ione dif­fusa, la lista Campiglia demo­c­ra­t­i­ca ricer­casse allo­ra la pre­sen­za di qual­cuno per gestire al meglio l’urbanistica e per pot­er reg­gere il con­fron­to in mate­ria con il capogrup­po del Comune dei Cit­ta­di­ni, Mas­si­mo Zuc­coni, architet­to, ex Pci, per­son­ag­gio di notev­ole intel­li­gen­za e di otti­ma preparazione. Gian­fran­co fu con­siglia­to da molti sin­ceri ami­ci di las­ciar perdere, ma lui è un roman­ti­co e in questi casi non sa dire di no. Chi non lo conosce bene scam­bia questi atteggia­men­ti per una sete di potere che invece non gli appar­tiene. Piut­tosto in Benedet­ti­ni prevale la nos­tal­gia per qual­cosa che vive ormai solo nel ricor­do e nel­lo spir­i­to di pochi  vec­chi mil­i­tan­ti e che invece e spes­so egli trasfor­ma nel­la redi­vi­va immag­ine di una entità social­ista anco­ra atti­va nel panora­ma politi­co locale. In realtà l’ala dell’ex par­ti­to, che si chia­ma anco­ra Psi, non riesce neanche a pre­sentare una pro­pria lista e deve accon­tentar­si del­la (si fa per dire) gen­erosità di  un Pd che, pur conoscen­do bene la con­sis­ten­za dell’alleato, gli offre qualche pos­to nell’elenco dei pro­prio can­di­dati. C’è da chieder­si se questo si pos­sa con­sid­er­are un accor­do elet­torale con tan­to di promes­sa di con­ser­vare la tradizione del pos­to social­ista in giun­ta. Sicu­ra­mente così sarebbe sta­to in pas­sato quan­do i val­ori, i con­vinci­men­ti e il rispet­to dei ruoli era­no altri. Oggi si mar­cia più alla grossa e le gio­vani gen­er­azioni in prim­is sono tra col­oro che mar­ciano di più alla grossa: real­is­mo e con­cretez­za che si fer­mano a sten­to al con­fine con il ter­ri­to­rio del­la pura arro­gan­za. L’antico Benedet­ti­ni che si osti­na lode­vol­mente a far rifer­i­men­to alle nobili cat­e­gorie del pas­sato, se l’è pre­sa ed ha grida­to all’accordo tra­di­to. Gli altri, per la mag­gio­ran­za, non han­no neanche capi­to che cosa volesse quel super­a­to nos­tal­gi­co diri­gente del tra­volto Psi, un par­ti­to che per giun­ta altro non rius­ci­va a pro­porre per l’esecutivo che il medes­i­mo nos­tal­gi­co diri­gente, un già sper­i­men­ta­to asses­sore di esec­u­tivi andati ed un can­dida­to sin­da­co del­la Cpa di elezioni dimen­ti­cate. Purtrop­po oggi sono indub­bi­a­mente questi i con­cetti che, nobil­i­tan­do poco la polit­i­ca, van­no comunque per la mag­giore. Alla fine dei giochi, nolen­ti o volen­ti, Benedet­ti­ni resterà quel che la sua sto­ria rac­con­ta, il Psi, che non c’è più, nul­la o forse un regaluc­cio insignif­i­cante avrà nell’immediato futuro e ques­ta polem­i­ca di inizio manda­to reg­gerà l’effimera dura­ta di un post in Face­book e il tem­po di una spal­luc­cia­ta da parte di chi nel Pd coman­da. Sper­are che la vicen­da pos­sa comunque inseg­nare qual­cosa è, purtrop­po, un’illusione.
La sto­ria del man­ca­to rap­p­re­sen­tante social­ista in giun­ta ha fat­to il paio,  nelle polemiche di inizio manda­to, con la denun­cia del Comune dei Cit­ta­di­ni cir­ca il pas­sag­gio in giun­ta di due gio­vani pre­sen­tate nel­la lista di Campiglia Demo­c­ra­t­i­ca ed elette con un buon numero di pref­eren­ze. La con­seguen­za è sta­ta il suben­tro in con­siglio dei pri­mi due non elet­ti.
Pote­vano i gio­vani del CdC las­cia­re perdere una vicen­da abbas­tan­za inter­na al Pd e non dis­sim­i­le ad altre che si sono pre­sen­tate negli stes­si ter­mi­ni in molti Comu­ni? Cer­ta­mente sì. Fat­to è che il capogrup­po del Cdc, Daniele Sca­faro ha cre­du­to invece di ravvis­are, non sen­za qualche ragione, un difet­to di trasparen­za nell’azione del­la mag­gio­ran­za che avrebbe sfrut­ta­to le due gio­vani can­di­date come richi­amo per ottenere voti per poi dirot­tar­le nell’esecutivo.  In defin­i­ti­va comunque una cosa min­i­ma. Ma min­i­ma non è sta­ta invece la reazione, ovvero un comu­ni­ca­to in rispos­ta alla posizione di Sca­faro. Pesante, fuori luo­go, tale da sus­citare una (per­son­ale o ogget­ti­va?) reazione di fas­tidio. Chi ha vin­to con oltre 30 pun­ti per­centu­ali sul­la sec­on­da lista arriva­ta, chi detiene la mag­gio­ran­za non da qualche set­ti­mana ma dal dopoguer­ra, dovrebbe aver ormai impara­to che gov­ernare sig­nifi­ca anche toller­are di più, far­si cari­co di un sen­so di respon­s­abil­ità ulte­ri­ore, garan­tire rispet­to non doven­do ricor­dare ad ogni piè sospin­to la forza dei pro­pri numeri.
Ogni nota, ogni comu­ni­ca­to parte dal­la pen­na di qual­cuno quand’anche ven­ga poi sot­to­scrit­to dal par­ti­to tut­to o dal grup­po con­sil­iare tut­to. C’è solo da augu­rar­si che quel­la pen­na non sia appartenu­ta a qual­cuno dei gio­vani che da poco si sono sedu­ti sui banchi del­la giun­ta.
La sin­te­si, per con­clud­ere, par­la di cinque anni del­la nuo­va mag­gio­ran­za iniziati da un ter­ri­to­rio lon­tano, poco fre­quen­ta­to dal­la gente comune la quale si aspet­ta altro, e, sten­tan­do mese dopo mese, ha bisog­no di una mano per riguadagnare fidu­cia e riper­cor­rere le vie del­la sper­an­za e delle certezze. Se ci riesce, è assai oppor­tuno che la gio­vane giun­ta lavori per questo; se ci riesce, è nec­es­sario che l’opposizione sti­moli chi coman­da ad agire in ques­ta direzione. A breve si par­lerà in con­siglio non di posti in giun­ta ma di addizion­ali e aliquote (Imu, Tasi e via dicen­do); un otti­mo test per capire.  

3 risposte a “Socialisti ignorati e consigliere promosse in giunta”

  1. Walter Gasperini says:

    Con­di­vi­do pien­amente tut­to il con­tenu­to del pez­zo. Purtrop­po i val­ori del pas­sato sono ormai scom­par­si dal con­fron­to politi­co. E questo è sem­pre scon­tro, sem­pre dem­a­gogia, sem­pre arro­gan­za, in sin­te­si è NON POLITICA. Mi auguro che questo “stra­no nuo­vo” apparten­ga solo ad un brut­to peri­o­do che mi sem­bra già dura­to anche trop­po.

  2. Gianfranco Benedettini says:

    Ho com­men­ta­to il pez­zo di Fioren­zo Buc­ci, sul­la mia pag­i­na. Scrit­to bene, al soli­to, sep­pur con qualche “forzatu­ra” che sta bene nel pez­zo. Sul ricor­do niente da dire.
    Sul­l’at­tual­ità c’è da pre­cis­are qual­cosa (l’ho fat­to nel pez­zo) anche se la sostan­za non cam­bia. Va bene così.

  3. Claudia Barabaschi says:

    Una pic­co­la pun­tu­al­iz­zazione: in giun­ta sono finite non le prime due elette, ma la pri­ma e la terza!
    Con­cor­do con Wal­ter Gasperi­ni che ques­ta nuo­va è già dura­ta trop­po! Ok il rin­no­va­men­to, ma come si dice, in assen­za di sostan­za era meglio quan­do si sta­va peg­gio! Non aggiun­go altro, per­ché in polit­i­ca usa dire a buon inten­di­tore, poche parole! Dici­amo che è meglio non dire e bas­ta!

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