Sono i Comuni a contraddire il progetto Rimateria

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 12 luglio 2016 — Quel­lo che pro­pone oggi Vale­rio Cara­mas­si, pres­i­dente di Rima­te­ria, è ciò che pro­pone il Comune dei Cit­ta­di­ni da sem­pre: recu­per­are i rifiu­ti indus­tri­ali di Piom­bi­no e imp­ie­gare il prodot­to in sos­ti­tuzione degli iner­ti di cava delle colline campigliesi. Siamo d’accordo, ma purtrop­po a non essere d’accordo sono gli stes­si Comu­ni che, a parole, dicono di sostenere il piano di Rima­te­ria.
E’ quel­lo che emer­so ieri nel con­siglio comu­nale dove si san­ci­va sostanzial­mente la fine di ASIU spa e la nuo­va mis­sione di Rima­te­ria: trat­ta­men­to, stoccag­gio e rici­clo di rifiu­ti spe­ciali. Nei piani di Rima­te­ria c’è la mes­sa in fun­zione dell’impianto TAP (per il trat­ta­men­to dei rifiu­ti indus­tri­ali), costa­to oltre 11 mil­ioni di euro, inau­gu­ra­to nel 2009, mai seri­amente uti­liz­za­to e oggi fer­mo. Per la real­iz­zazione del prog­et­to si prevede l’ingresso di nuovi part­ner pri­vati per la quo­ta del 60%. L’obiettivo dichiara­to è quel­lo di pro­durre un mate­ri­ale di recu­pero da usare in sos­ti­tuzione degli iner­ti di cava, a par­tire dalle opere pub­bliche, come pre­vis­to da decen­ni da leg­gi nazion­ali e region­ali. Sono gli stes­si impeg­ni che i Comu­ni assun­sero oltre 15 anni fa e che han­no colpevol­mente dis­at­te­so. Non han­no mai ridot­to i volu­mi delle cave. Addirit­tura l’on Velo, oggi sot­toseg­re­tario all’ambiente, da Sin­da­ca nel 2002 rad­doppiò i volu­mi scav­abili a Monte Calvi da 4 a cir­ca 8 mil­ioni di mc. Davvero un bell’esempio di inco­eren­za polit­i­ca e di scarsa sen­si­bil­ità ambi­en­tale. E’ per queste ragioni che oggi, a dis­tan­za di 15 anni dai buoni proposi­ti, la più grande opera pub­bli­ca del­la Val di Cor­nia (l’ampliamento del por­to di Piom­bi­no con­cepi­to per accogliere la Con­cor­dia) è sta­ta real­iz­za­ta sen­za imp­ie­gare nep­pure un gram­mo di mate­ri­ali rici­cla­to, nonos­tante i rifiu­ti da trattare fos­se col­lo­cati a ridos­so delle nuove opere.
Chiarite le respon­s­abil­ità politiche del dis­as­tro dei 15 anni pas­sati (tutte imputabili al PD e ai suoi Sin­daci), abbi­amo val­u­ta­to se dare fidu­cia al piano pre­sen­tano. Purtrop­po però i fat­ti par­lano una lin­gua diver­sa.
La giun­ta Sof­frit­ti ha sostenu­to nel 2014 il Piano Provin­ciale delle cave che non riduce nep­pure un metro cubo dei volu­mi da scav­are sulle colline e con­sente il pro­l­unga­men­to delle con­ces­sioni di almeno 10 anni. Inoltre in quel piano non si fa mai rifer­i­men­to all’opportunità che potrebbe essere offer­ta dal recu­pero di rifiu­ti indus­tri­ali di Piom­bi­no. Il nos­tro Sin­da­co non ha anco­ra smen­ti­to se stes­sa e sostiene il Piano Provin­ciale.
Il recu­pero dei rifiu­ti abban­do­nati nelle aree indus­tri­ali di Piom­bi­no pre­sup­pone cos­tose boni­fiche. I pochi sol­di stanziati dal Min­is­tero dell’Ambiente (50 mil­ioni) sono nul­la rispet­to ai bisog­ni effet­tivi in ogni caso non risul­ta anco­ra che siano attribuiti a Rima­te­ria (soci­età di dirit­to pri­va­to) per le boni­fiche delle dis­cariche abu­sive che si pro­pone di risanare.
Ma c’è anco­ra di più. I Comu­ni soci di Rima­te­ria non par­lano lo stes­so lin­guag­gio. Ne abbi­amo avu­to una ripro­va ieri in Con­siglio Comu­nale. Men­tre in una delib­era del Comune di Piom­bi­no che appro­va i piani di Rima­te­ria sta scrit­to che i rifiu­ti indus­tri­ali recu­perati “pos­sono sos­ti­tuire, in tut­to o in parte, i mate­ri­ali di cava prove­ni­en­ti dai comu­ni di Campiglia M.ma e San Vin­cen­zo des­ti­nati alla real­iz­zazione di opere infra­strut­turali”, nel­la stes­sa delib­era di Campiglia M.ma questo pas­sag­gio non c’è. Se ser­vi­va un’ennesima ripro­va che si accin­gono a fare quel­lo che han­no fat­to in pas­sato, ovvero dire una cosa e farne un’altra, ques­ta, purtrop­po, è pun­tual­mente arriva­ta.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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