Sui Pozzetti la decisione alla fine spetterà al Tar

· Inserito in News dal territorio
Luigi Faggiani

Sarà il TAR a decidere se l’inse­di­a­men­to res­i­den­ziale dei Pozzetti a Piom­bi­no è rego­lare o no? Il costrut­tore il ricor­so l’ha fat­to e il Comune di Piom­bi­no si è cos­ti­tu­ito. Viene chiesto l’an­nul­la­men­to del provved­i­men­to di sospen­sione dei lavori e così pure del provved­i­men­to di irrogazione del­la sanzione pecu­nar­ia. Vedremo, ma non è questo il pun­to cen­trale del­la vicen­da.
In realtà il recente dibat­ti­to sul­l’inse­di­a­men­to dei Pozzetti che ha inter­es­sato molti cit­ta­di­ni di Piom­bi­no meri­ta alcune rif­les­sioni di non irril­e­vante sig­ni­fi­ca­to politi­co.
L’aspet­to pae­sag­gis­ti­co o meglio il dirit­to nega­to alla fruizione del pae­sag­gio è sta­to l’ele­men­to più sen­ti­to e questo nat­u­ral­mente è un even­to molto pos­i­ti­vo. Non c’ è che da ral­le­grar­si del fat­to che una sim­i­le sen­si­bil­ità diven­ti un pat­ri­mo­nio sem­pre più dif­fu­so dei cit­ta­di­ni, ma c’è anche del­l’al­tro. L’in­ter­ven­to risale al 1994 con l’adozione di una pre­vi­sione di piano rego­la­tore che clas­si­fi­ca come res­i­den­ziale quest’area già des­ti­na­ta a par­co urbano per un vol­ume costru­ibile di 20mila metri cubi che diven­tano 26mila nel 1997 in sede di approvazione del­lo stes­so piano. Nat­u­ral­mente molte cautele ven­gono inserite nel­la nor­ma­ti­va e per di più la prog­et­tazione vera e pro­pria viene con­dizion­a­ta all’ap­provazione di un piano attua­ti­vo. Nel 2011 viene approva­to lo stru­men­to attua­ti­vo e cioè un piano di lot­tiz­zazione. Le con­ces­sioni edilizie sono suc­ces­sive, i lavori partono, mon­ta la protes­ta fino all’in­di­vid­u­azione di alcu­ni abusi edilizi che il Comune decide di sanare con un’am­men­da. Com­in­cia una sara­ban­da di dichiarazioni e qualche assor­dante silen­zio.
pozzettiSono pas­sati ven­ti anni ed in questi ven­ti anni ci sono state molte oppor­tu­nità, se si fos­se ritenu­to gius­to, di mod­i­fi­care fino a can­cel­lare quelle deci­sioni del 1994. L’im­pos­si­bil­ità di mod­i­fi­care pre­vi­sioni urban­is­tiche non cop­erte né da piani di lot­tiz­zazione né da con­ces­sioni edilizie è una tesi anda­ta molto di moda nelle ammin­is­trazioni comu­nali ma ques­ta teo­ria, oltre a non essere vera, è sem­plice­mente indice di sub­or­di­nazione cul­tur­ale da parte di chi deve tute­lare l’in­ter­esse pub­bli­co.
Gli assor­dan­ti silen­zi sopratut­to da parte del sin­da­co e degli espo­nen­ti del­la mag­gio­ran­za poi non sono sta­ti che l’indice di una con­cezione pro­pri­etaria del ruo­lo che si rico­pre e di una man­i­fes­ta volon­tà di dis­prez­zo nei con­fron­ti del­l’opin­ione pub­bli­ca.
Sub­or­di­nazione cul­tur­ale e rifi­u­to del dibat­ti­to sono una brut­ta mis­cela.

(Foto di Dorys Mari­ni)

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