Sulla discarica di Ischia di Crociano e su altro

· Inserito in Lettere, Vicenda Lucchini
pervenuta in redazione

Il MoVi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no Ven­erdì 26 Luglio ha vis­i­ta­to Ischia di Cro­ciano, sito del­la dis­car­i­ca piom­bi­nese. Lo scopo del­la visi­ta era volto prin­ci­pal­mente all’acquisizione di infor­mazioni che ci per­me­ttessero di capire meglio la situ­azione dei rifiu­ti nel nos­tro comune. Siamo sta­ti accolti alle ore 13.00, sot­to un cal­do cocente, da Ful­vio Murzi (Ammin­is­tra­tore Uni­co di Asiu e Tap) e da Enri­co Bar­barese (Diret­tore di Asiu e Tap) che ci han­no dap­pri­ma fat­to acco­modare negli uffi­ci per una chi­ac­chier­a­ta intro­dut­ti­va, e suc­ces­si­va­mente ci han­no accom­pa­g­na­to a vis­itare gli impianti del sito.
Durante la chi­ac­chier­a­ta iniziale il Sig. Murzi ci ha espos­to l’attuale pas­sag­gio ad ATO SUD, a cui ver­ran­no asseg­nate le fun­zioni di rac­col­ta e spaz­za­men­to, men­tre gli impianti e le strut­ture esisten­ti rester­an­no di com­pe­ten­za dei Comu­ni, illus­tran­do­ci poi il prog­et­to del­la rac­col­ta por­ta a por­ta che par­tirà da set­tem­bre nel cen­tro stori­co e la nuo­va tec­nolo­gia Bio‑E. Abbi­amo quin­di man­i­fes­ta­to i nos­tri numerosi dub­bi sulle modal­ità con cui tale prog­et­to sarà real­iz­za­to, non com­pren­den­do fino in fon­do le moti­vazioni che han­no spin­to Asiu a pro­gram­mare il por­ta a por­ta inizian­do pro­prio dal cen­tro stori­co. Cre­di­amo che logis­ti­ca­mente non sia la soluzione migliore per intro­durre la rac­col­ta por­ta a por­ta a Piom­bi­no, in quan­to tale prog­et­to neces­si­ta di una preparazione lun­ga, in cui ven­gono infor­mate le per­sone e pre­dis­poste le strate­gie per ren­dere la rac­col­ta estendibile in futuro al resto del­la cit­tà. In un mese di tem­po è dif­fi­cile rius­cire a real­iz­zare una sen­si­bi­liz­zazione notev­ole affinché i cit­ta­di­ni ne capis­cano l’importanza. A segui­to del fal­li­men­to del prog­et­to al Pogget­to-Cotone di qualche anno fa, tentare di nuo­vo la rac­col­ta por­ta a por­ta in una quartiere come il cen­tro stori­co, con tut­ti i prob­le­mi logis­ti­ci che ne con­seguono (spazi lim­i­tati nei con­do­mi­ni, strade molto fre­quen­tate da pedoni, ZTL, dif­fi­coltà di acces­so dei mezzi di smal­ti­men­to, …), forse rap­p­re­sen­ta un errore. Elim­inare i cas­sonet­ti da Via del Popo­lo, Piazzetta dei Grani e altri luoghi carat­ter­is­ti­ci non può essere la moti­vazione prin­ci­pale, insieme alla già pre­sente rac­col­ta del vetro effet­tua­ta da bar e ris­toran­ti. Iniziare il por­ta a por­ta da quartieri come Mon­temaz­zano, Ghi­ac­cioni e zone per­iferiche di nuo­va costruzione, in cui vi sono mag­giori spazi con­do­miniali e gia­r­di­ni per pot­er gestire i rac­cogli­tori dei vari mate­ri­ali, sarebbe una scelta più lungimi­rante a nos­tro avvi­so. Il nos­tro obi­et­ti­vo è infat­ti quel­lo di esten­dere a tut­ta la cit­tà tale espe­rien­za che, ormai col­lau­da­ta nei luoghi per­iferi­ci, sarebbe mag­gior­mente accetta­ta infine anche nei quartieri più cen­trali. Il ris­chio è non rius­cire ad ottenere la fidu­cia dei cit­ta­di­ni su un prog­et­to così impor­tante, che per­me­t­terebbe di fare un pas­so avan­ti nel­la ges­tione dei rifiu­ti, e non ren­der­lo cred­i­bile nem­meno in futuro. Infine, ma non in ulti­mo, è nec­es­sario un con­fron­to diret­to con i cit­ta­di­ni e con le asso­ci­azioni per rius­cire a sen­si­bi­liz­zare la popo­lazione alla rac­col­ta por­ta a por­ta, avval­en­dosi, come è accadu­to per Campiglia M. ma, anche del­la col­lab­o­razione dei vig­ili urbani, in quan­to, con­cor­diamo con Murzi che il gior­nali­no o la pub­blic­ità car­tacea purtrop­po non sono effi­caci.
Per quan­to con­cerne il prog­et­to Bio‑E, ci è sta­to spie­ga­to che si trat­ta di veri e pro­pri sac­chi di Gore-tex all’interno dei quali inserire i rifiu­ti indif­feren­ziati, che con­sentono di ottenere dopo alcu­ni giorni una riduzione del vol­ume dei rifiu­ti del 40%, nonché il recu­pero di tut­to il bio­gas pre­sente. Tale soluzione, ci è par­so di capire, che sia defin­i­ti­va anche per il futuro, in quan­to con­sente di pot­er sfruttare più a lun­go la dis­car­i­ca, paven­tan­do addirit­tura, ma solo come opzione pos­si­bile, di inviare il con­tenu­to del sac­co una vol­ta aper­to ed ess­ic­ca­to dal proces­so con­clu­so, alla ter­moval­oriz­zazione. A nos­tro avvi­so il Bio‑E non può rap­p­re­sentare la soluzione defin­i­ti­va, ma sem­mai solo tem­po­ranea per sop­perire alla vic­i­na sca­den­za di uti­liz­zo dell’attuale dis­car­i­ca ed in atte­sa del­la costruzione di quel­la nuo­va. La soluzione a cui dovrem­mo aus­pi­care è l’incremento del­la rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta attra­ver­so il por­ta a por­ta este­so a tut­ta la cit­tà, in modo da ridurre il mate­ri­ale indif­feren­zi­a­to da con­ferire in dis­car­i­ca, elim­i­nan­do di con­seguen­za, in maniera pro­gres­si­va, il “car­bu­rante” degli incener­i­tori. Abbi­amo poi richiesto alcune infor­mazioni rel­a­tive alla dis­car­i­ca attuale e alla dis­car­i­ca di nuo­va costruzione: Ischia di Cro­ciano è sta­ta aper­ta negli anni 95’/96’, alla fine degli anni 90’ venne effet­tua­ta una ri-model­lazione rispet­to al prog­et­to orig­i­nale a causa dell’emergenza rifiu­ti Elba, men­tre per quan­to riguar­da l’innalzamento è sta­ta richi­es­ta negli ulti­mi anni una sola dero­ga e non vi è inten­zione di richiederne ulte­ri­ori. Per rius­cire a pro­l­un­gare la dura­ta del­la dis­car­i­ca attuale finché non sarà com­ple­ta­ta quel­la nuo­va, è nec­es­sario selezionare il rifi­u­to, priv­i­le­gian­do quel­lo urbano rispet­to agli spe­ciali e uti­liz­zare il Bio‑E. C’è sta­to un peri­o­do in cui anche il mate­ri­ale organ­i­co veni­va get­ta­to in dis­car­i­ca, a causa del­la man­can­za di macchi­nari adeguati, men­tre adesso non è così. Tut­tavia quel peri­o­do ha con­tribuito alla nid­i­fi­cazione a ter­ra dei gab­biani che pres­so la dis­car­i­ca trova­vano cibo con facil­ità, ma che tut­to­ra pros­egue, in quan­to all’interno dell’indifferenziato vi è comunque una parte di mate­ri­ale organ­i­co che atti­ra stor­mi di volatili. Il luo­go in cui sorg­erà la nuo­va dis­car­i­ca (prog­et­ta­ta a bio-celle sep­a­rate) non pos­si­amo vis­i­tar­lo per­ché si trat­ta di un ter­reno dema­niale in con­ces­sione a Luc­chi­ni S.p.a. e sul quale sono pre­sen­ti accat­a­sta­men­ti di rifiu­ti del­lo sta­bil­i­men­to. Luc­chi­ni possiede già una rego­lare dis­car­i­ca adi­a­cente, ma è esauri­ta, per­ciò i rifiu­ti sono sta­ti get­tati in un’area non attrez­za­ta, per la quale ha sub­ì­to anche una mul­ta di mil­ioni di euro. Sono in atto quin­di i trasfer­i­men­ti del mate­ri­ale che vi è deposi­ta­to per lib­er­are l’area e far par­tire i lavori. Alla doman­da: “Dove ven­gono por­tati i rifiu­ti spe­ciali pre­sen­ti in quell’area?” Murzi risponde “Non lo so, e non mi inter­es­sa. Non è mia com­pe­ten­za con­trol­lare ciò che stan­no facen­do, a me inter­es­sa solo che l’area ven­ga sgomber­a­ta”. A questo pun­to affron­ti­amo l’argomento “Con­glomix”, chieden­do delu­ci­dazioni sulle tipolo­gie di mate­ri­ali che ven­gono uti­liz­za­ti per real­iz­zar­lo e sul­la des­ti­nazione di questo par­ti­co­lare prodot­to. Il Sig. Murzi ci ha spie­ga­to che il Con­glomix MID (il nome prece­dente era CIC — con­glom­er­a­to idrauli­co catal­iz­za­to) viene prodot­to dal­la soci­età TAP attra­ver­so il rici­clo di alcu­ni tipi di scorie del­la Luc­chi­ni, in par­ti­co­lare scorie LD (scar­ti dei con­ver­ti­tori) e scorie MS (scar­ti di acciaieria), nonché alcune polveri fini. Tali scorie ven­gono lavate e mesco­late con il cemen­to per ottenere un prodot­to che al momen­to del­la posa in opera è modella­bile come la plas­tili­na, men­tre dopo essere sta­to com­pres­so solid­i­fi­ca e diven­ta imper­me­abile, sen­za ces­sione di mate­ri­ale. “Le autor­iz­zazioni sono tutte pre­sen­ti e il Con­glomix è pron­to per essere adop­er­a­to, prodot­to e ven­du­to”, affer­ma il Sig. Murzi. L’unico prob­le­ma attual­mente è rap­p­re­sen­ta­to dal fat­to che Luc­chi­ni è l’unico sogget­to che appor­ta la mate­ria pri­ma a TAP pagan­done il con­fer­i­men­to ad un prez­zo di cir­ca 20,00 € a ton­nel­la­ta, frut­to di un accor­do che per­me­tte allo sta­bil­i­men­to di risparmi­are rispet­to ai prezzi di mer­ca­to e a TAP di sostenere i costi di pro­duzione. Luc­chi­ni è però in un momen­to com­pli­ca­to, non dispone di liq­uid­ità tali da rius­cire a pagare i con­fer­i­men­ti delle scorie e non sap­pi­amo in futuro come evolverà la situ­azione, per­ciò TAP ha neces­sità di trovare altre tipolo­gie di mate­ri­ali per pro­durre il Con­glomix in modo da rice­vere di nuo­vo il paga­men­to del con­fer­i­men­to. Murzi ha quin­di di nuo­vo ipo­tiz­za­to l’utilizzo delle ceneri dell’inceneritore, inten­den­do in questo modo un vero ciclo a rifi­u­to zero. Inutile dire che il nos­tro pun­to di vista su questo aspet­to è asso­lu­ta­mente criti­co, in quan­to lo scar­to del­la ter­moval­oriz­zazione è ric­co di diossi­na, peri­colo­sis­si­ma per la salute. Non vi sono ad oggi neanche le autor­iz­zazioni che con­sen­tano un’operazione del genere, ma Murzi e Bar­barese non escludono a pri­ori ques­ta pos­si­bil­ità, dichiaran­do di vol­er pri­ma provare e anal­iz­zare i test risul­tan­ti. Questo quadro ipo­tiz­za­to ci induce ad alcu­ni ragion­a­men­ti: TAP è una soci­età posse­du­ta per il 25% da Luc­chi­ni e per la restante parte da ASIU, Luc­chi­ni è sot­to ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia, ma potrebbe trasfor­mar­si presto in fal­li­men­to, in più rap­p­re­sen­ta l’unico sogget­to che attra­ver­so il paga­men­to del con­fer­i­men­to delle scorie sostiene i costi di pro­duzione di TAP. Nascono quin­di le due esi­gen­ze di tipo eco­nom­i­co, da un lato val­utare la pos­si­bil­ità di estromet­tere Luc­chi­ni dall’azionariato di TAP (trovan­do un altro socio oppure accrescen­do le quote di ASIU) e dall’altro cer­care un altro sogget­to che appor­ti rifiu­ti spe­ciali, pagan­done il con­fer­i­men­to, per man­tenere in fun­zione gli impianti. Quale sarà quin­di la direzione che intrapren­der­an­no Asiu e Tap per risol­vere questi prob­le­mi? Inoltre, lo “scam­bio di materie” con l’inceneritore di Scar­li­no (pos­si­bile ter­moval­oriz­zazione del resid­uo del Bio‑E e riu­ti­liz­zo delle ceneri per il Con­glomix), non rap­p­re­sen­ta asso­lu­ta­mente, a nos­tro avvi­so, il con­cet­to di Rifi­u­to Zero, anzi, si pone in net­to con­trasto con il fine ulti­mo di Rifiu­ti Zero, ovvero real­iz­zare un’alta per­centuale di Rac­col­ta Dif­feren­zi­a­ta, attra­ver­so la quale incre­mentare il rici­clo del­la mate­ria, ed elim­i­nan­do pro­gres­si­va­mente l’importanza degli incener­i­tori e delle dis­cariche. Se vi sarà un inter­esse di tipo eco­nom­i­co ad inviare rifiu­ti indif­feren­ziati all’inceneritore per poi riu­ti­liz­zare le ceneri, non vi sarà analoga­mente negli stes­si sogget­ti la volon­tà di incre­mentare il rici­clo. Fer­mo restando che la legge potrebbe non con­sen­tire di mesco­lare o diluire rifiu­ti peri­colosi con altre sostanze per creare un mate­ri­ale diver­so.
Ter­mi­na­ta la chi­ac­chier­a­ta, ci incam­mini­amo ver­so gli impianti, vis­i­tan­do dap­pri­ma la piattafor­ma TAP, toc­can­do con mano il Con­glomix ste­so nel piaz­za­le e attra­ver­san­do l’area in cui ven­gono deposi­tate le scorie Luc­chi­ni uti­liz­zate. Queste scorie sono stoc­cate a cielo aper­to nonos­tante siano polveri e mate­ri­ali gran­u­losi, ma il Sig. Murzi ci ha assi­cu­ra­to che si trat­ta di sostanze già lavate e neb­u­liz­zate per evitare la dis­per­sione in aria. Attra­ver­si­amo poi la zona delle vasche in cui recu­per­a­no l’acqua pio­vana e depu­ra­no l’acqua con­t­a­m­i­na­ta, dan­do vita ad un cir­cuito chiu­so che gli con­sente di non uti­liz­zare l’acqua dell’acquedotto. Scor­giamo poco dis­tante le aree inter­es­sate da Luc­chi­ni, la sua dis­car­i­ca rego­lare e quel­la “improvvisa­ta”, ric­ca di mezzi in fun­zione per lib­er­are la zona dai rifiu­ti accat­a­sta­ti. Pros­eguiamo all’interno dei capan­noni ed è qui che fac­ciamo la conoscen­za di Pasquale Poten­za, uno dei respon­s­abili del­la ges­tione del­la dis­car­i­ca prove­niente dal­la zona del senese, ma non abbi­amo molte infor­mazioni sul suo con­to. All’interno dei capan­noni vi sono alcu­ni impianti com­ple­ta­mente fer­mi e inuti­liz­za­ti da anni, tan­to che abbi­amo nota­to la com­ple­ta assen­za di per­son­ale a lavoro in tut­ta l’area, e che avreb­bero dovu­to rap­p­re­sentare impianti di pre­se­lezione dei rifiu­ti da gettare in dis­car­i­ca e impianti per la pro­duzione del “com­post” da mate­ri­ale organ­i­co. Uno di questi due macchi­nari è sta­to prog­et­ta­to agli inizi degli anni ’90 e ulti­ma­to nel ’99, ma al momen­to dell’utilizzo tale impianto risul­ta­va essere già obso­le­to e com­ple­ta­mente super­a­to. Nonos­tante i mil­ioni di euro spe­si, sono entram­bi in atte­sa di essere sman­tel­lati. 
Infine ecco­ci al momen­to del­la visi­ta del­la dis­car­i­ca vera e pro­pria, rag­giun­gi­bile attra­ver­so una stra­da in sali­ta che la fiancheg­gia, la pre­sen­za dei gab­biani è impres­sio­n­ante, tut­ti acco­v­ac­ciati sui rifiu­ti a cer­care cibo tra l’immondizia. Abbi­amo assis­ti­to anche allo scari­ca­men­to del camion, che ha get­ta­to nel­la fos­sa l’intero con­tenu­to dei cas­sonet­ti gri­gi dell’indifferenziato, sen­za una min­i­ma selezione e sen­za l’apertura dei sac­chet­ti.
Ringrazi­amo per la disponi­bil­ità dimostra­ta dal Sig. Murzi e dal Sig. Bar­barese, tale visi­ta ci è sta­ta molto utile per lo stu­dio dei prob­le­mi rel­a­tivi ai rifiu­ti del­la nos­tra zona.

MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO

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