Sulla siderurgia piombinese è tempesta vera

· Inserito in Vicenda Lucchini

PIOMBINO 17 luglio 2013 — Era crisi annun­ci­a­ta e poi fu crisi vera, ma dir­lo face­va pau­ra. Ora è crisi doc­u­men­ta­ta e nes­suno può dire più che non sape­va. Bas­ta leg­gere la Nota infor­ma­ti­va su Linee di Pro­gram­ma del Com­mis­sario Stra­or­di­nario Luc­chi­ni (per leg­gere clic­ca qui) per capir­lo.

Lo sta­to dell’ arte è chiaro:
«..A par­tire dall’inizio del­la crisi dell’ottobre 2008 fino al 21/12/2012 , Luc­chi­ni ha:

  • ridot­to le ven­dite di lam­i­nati da 1,5 mil­ioni di ton­nel­late a meno di 1 mil­ione ed ha azzer­a­to le ven­dite di bramme ( allo­ra pari a 400 mila ton­nel­late)
  • bru­ci­a­to” cas­sa per 800 mil­ioni di euro
  • azzer­a­to il pat­ri­mo­nio net­to a fine 2012, par­tendo dai 970 mil­ioni dell’ottobre 2008
  • taglia­to tut­ti gli inves­ti­men­ti strate­gi­ci, lim­i­tan­dosi a quel­li per manuten­zioni, sicurez­za e ambi­ente
  • cedu­to le attiv­ità di alta qual­ità basate sul forno elet­tri­co.

L’azienda è giun­ta “strema­ta” alla Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia e con lim­i­tate pos­si­bil­ità di inter­ven­to…».
L’u­ni­ca ipote­si di lavoro per­cor­ri­bile è quel­la del­la “ces­sione” in quan­to l’azienda è strut­tural­mente in perdi­ta. Per questo sarà avvi­a­ta una pro­ce­du­ra di evi­den­za pub­bli­ca per la ces­sione del com­p­lesso Piombino/Lecco che preved­erà la pos­si­bil­ità di offerte per quat­tro alter­na­tive ( in ordine di val­u­tazione decres­cente):

  • Afo” più lam­i­na­toi
  • Lam­i­na­toi più forno elet­tri­co
  • Solo lam­i­na­toi
  • Sin­goli impianti.

altofornoOvvi­a­mente la scelta dipen­derà dalle diverse opzioni che il mer­ca­to pro­por­rà e dovrà essere comunque approva­ta dal Min­is­tero del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co.
Molto dub­bia anche l’ipote­si che Piom­bi­no pos­sa diventare la piattafor­ma per la sper­i­men­tazione di un proces­so inno­v­a­ti­vo, come esem­pio si cita il proces­so Corex/Finex con impianti in fun­zion­a­men­to in Sud Africa , Corea e India, dato che, a parte che gli svilup­pi tec­no­logi­ci non sono defin­i­ti, una sim­i­le ipote­si richiede:

  • la pre­sen­za di un impren­di­tore dis­pos­to a rischiare,
  • la disponi­bil­ità di impor­tan­ti con­tribu­ti e finanzi­a­men­ti nazion­ali ed europei (Action Plan),
  • la parte­ci­pazione al ris­chio del for­n­i­tore dell’impianto.

Due ulte­ri­ori pre­cisazioni per chiarire bene la situ­azione:
1. a chi si fa forte del­l’ap­provazione da parte del­la Com­mis­sione Euro­pea dell’ Action Plan per la siderur­gia (per leg­gere clic­ca qui) è bene far pre­sente che per sua definizione l’Ac­tion Plan europeo non ha finanzi­a­men­ti ma riman­da agli stru­men­ti con­sueti come sono i Fon­di Strut­turali che non han­no né avran­no finanzi­a­men­ti speci­fi­ci per la siderur­gia e che comunque, a parte la nota rego­la degli aiu­ti di sta­to che impedisce finanzi­a­men­ti diret­ti per spese cor­ren­ti, sem­pre dal­l’ap­provazione di prog­et­ti inno­v­a­tivi ed ambi­en­tali pas­sa;
2. per quan­to riguar­da le oppor­tu­nità offerte dal­la definizione di Piom­bi­no come area di crisi non è sta­to approva­to anco­ra l’ac­cor­do di pro­gram­ma quadro per il por­to (sec­on­do le indi­cazioni del decre­to, su cui il gov­er­no ha pos­to la fidu­cia, questo accor­do dove­va essere defini­to entro il 26 mag­gio scor­so) né tan­tomeno è sta­to prepara­to un piano com­p­lessi­vo di ricon­ver­sione come è richiesto ed è nec­es­sario.
Dunque di tem­pes­ta vera si trat­ta e sarebbe bene affrontar­la con il dovu­to cor­ag­gio e soprat­tut­to con la dovu­ta trasparen­za.

(Foto di Pino Bertel­li)

Una risposta a “Sulla siderurgia piombinese è tempesta vera”

  1. Giovanni Adriani says:

    Cre­do che oggi la nos­tra atten­zione vada pos­ta prin­ci­pal­mente a come potremo inter­venire sulle oppor­tu­nità di lavoro dei dipen­den­ti del­la Luc­chi­ni, avere il cor­ag­gio di svin­co­lar­li dal­la fab­bri­ca e cer­care oppor­tu­nità nuove, più eco­nomiche per la comu­nità, meno impat­tan­ti per l’am­bi­ente e comunque sod­dis­fa­ci­en­ti per gli inter­es­sati.
    Gli aiu­ti prove­ni­en­ti dai gov­erni negli anni non sono rius­ci­ti a scon­giu­rare il decli­no delle attiv­ità indus­tri­ali nel nos­tro ter­ri­to­rio, iniezioni di denaro pub­bli­co che sono risul­tate inef­fi­caci per diver­si motivi, tra cui l’im­pos­si­bil­ità di essere com­pet­i­tivi con realtà indus­tri­ali dove la mano d’opera e le materie prime sono prati­ca­mente gratis, gravi errori del­la polit­i­ca nel­l’­ef­fet­tuare scelte di tam­pon­a­men­to dei prob­le­mi e la sua man­can­za di cor­ag­gio nel­l’af­frontar­li quan­do anco­ra la situ­azione eco­nom­i­ca inter­nazionale lo per­me­t­te­va anco­ra con costi sociali sosteni­bili.
    I prog­et­ti che si pon­gono ai cit­ta­di­ni di Piom­bi­no oggi da parte del­la “soli­ta” polit­i­ca han­no il soli­to gus­to del tirare a cam­pare con opere cos­tose, dev­as­tan­ti e prob­a­bil­mente inutili quan­do saran­no, se saran­no, ter­mi­nate… occu­pan­do una pic­co­la parte delle unità lavo­ra­tive delle acciaierie, quin­di si evince che l’ob­bi­et­ti­vo non siano i lavo­ra­tori da tute­lare, ma le gran­di opere e appalti da affi­dare.

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