Tre anni passati a vegliare un castello di sabbia

PIOMBINO 29 agos­to 2017 — Nel­la vicen­da Afer­pi siamo tor­nati al pun­to di parten­za, a quan­do anco­ra non si conosce­va se ci sarebbe sta­to   un futuro per lo sta­bil­i­men­to  di  Luc­chi­ni. Poi l’ar­ri­vo di un mag­nate, Rebrab, con un piano di diver­si­fi­cazione uni­co ed impor­tante per un ter­ri­to­rio vis­su­to da sem­pre in una mono­cul­tura. Final­mente tre set­tori ben dis­tin­ti: siderur­gia, agroal­i­menta­re e logis­ti­ca. Rebrab addirit­tura  pre­mi­a­to come uomo del­l’an­no!!
Il sal­va­tore, colui che avrebbe mes­so d’ac­cor­do tut­ti: chi nel DNA ha, da sem­pre, l’ac­ciaio e chi, stu­fo del­la teo­ria fumo=pane vol­e­va un cam­bi­a­men­to. Impianti eco­com­pat­i­bili e green economy…insomma solo un folle pote­va dire di no ad un prog­et­to del genere!! Infat­ti anche la nos­tra sigla sin­da­cale, quel giorno in Comune, con le rap­p­re­sen­tanze politiche nazion­ali e ter­ri­to­ri­ali ha pos­to la pro­pria fir­ma ad un accor­do che, nei proposi­ti, avrebbe sal­va­to tut­ti i lavo­ra­tori e cre­ato nuove prospet­tive.
In realtà sono pas­sati tre anni  nel tim­o­re che questo castel­lo di sab­bia crol­lasse, sot­to il ricat­to che oltre Rebrab  il niente, abbi­amo cre­ato una situ­azione vera­mente pesante ed un dram­ma sociale con con­seguen­ze  pesan­ti. Da un lato la cit­tà che vede i lavo­ra­tori in cas­sa inte­grazione come mira­co­lati, dal­l’al­tro lato l’in­dot­to quel­lo diret­to e non (attiv­ità com­mer­ciali e arti­gianali) in totale abban­dono spes­so sen­za ammor­tiz­za­tori e sen­za un’al­ter­na­ti­va.
Come sin­da­ca­to non sti­amo ora a dire che Rebrab non ha rispet­ta­to  l’ad­den­dum; lo deve fare chi lo ha fir­ma­to e conosce inte­gral­mente il suo con­tenu­to. Noi conos­ci­amo solo una min­i­ma parte! Come sin­da­ca­to invece, con forza, chiedi­amo che il Gov­er­no inter­ven­ga in ques­ta vicen­da trovan­do gli stru­men­ti più oppor­tu­ni per la riparten­za del­la pro­duzione e con opere imme­di­ate di bonifi­ca legate anche a fon­di europei pre­visti per i Siti di Inter­esse Nazionale.
Forse  dovrem­mo coin­vol­gere mag­gior­mente i lavo­ra­tori,  mag­a­ri con una assem­blea aper­ta a tut­ti, andare a Roma con un manda­to pre­ciso  per­ché è in dis­cus­sione il futuro di un ter­ri­to­rio e occor­rerà il coin­vol­gi­men­to di tut­ta la comu­nità se  vogliamo provare ad uscire da una non facile situ­azione .

RSU Uglm e Seg­rete­ria Uglm Livorno

Una risposta a “Tre anni passati a vegliare un castello di sabbia”

  1. 1989 a Bag­no­li chi­ude l’area a cal­do del­l’al­lo­ra Ital­sider, 1991 chiusura defin­i­ti­va del­lo sta­bil­i­men­to, dopodichè il nul­la, solo un grande spi­az­zo spoglio con qualche scheletro delle costruzioni che furono . Piom­bi­no 2014 chi­ude l’area a cal­do, dopodichè il nul­la, res­ti­amo in atte­sa del grande e des­olante spazio vuo­to. Sono un gufo del­la pri­ma ora, non ho mai cre­du­to alle varie chimere, anche per­chè bas­ta uscire dal perimetro del­la Val di Cor­nia per vedere cosa è rimas­to del tes­su­to indus­tri­ale ital­iano. Un macel­lo!! Non si dice in TV ma è così. Che Piom­bi­no fos­se una mosca bian­ca non ci ho mai cre­du­to. Lo Sta­to mai farà un presti­to ponte stile Ali­talia, mai inter­ver­rà diret­ta­mente finanziari­a­mente per rimet­tere in moto uno sta­bil­i­men­to ormai fini­to. Non suc­ced­erà! E come appun­to dice quel per­son­ag­gio che è Mat­teo: ce ne fare­mo una ragione!! Dovrem­mo!!

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