Un consiglio comunale decisivo per il futuro

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PIOMBINO 28 novem­bre 2018 — Il giorno 29 invi­ti­amo tut­ti i cit­ta­di­ni di Piom­bi­no ad assis­tere al con­siglio comu­nale. In tale occa­sione il con­siglio comu­nale farà una scelta defin­i­ti­va si o no ai ref­er­en­dum riguardan­ti la pri­va­tiz­zazione di RIMa­te­ria e la costruzione di una nuo­va enorme dis­car­i­ca da 2.500.000 metri cubi all’ingresso est di Piom­bi­no. Sper­ava­mo che il con­siglio comu­nale si svolgesse in un luo­go che per­me­ttesse di accogliere un mag­gior numero di per­sone, ma è sta­to rifi­u­ta­to. Sper­ava­mo di potere leg­gere come Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no-Val di Cor­nia un comu­ni­ca­to, ma anche questo ci è sta­to rifi­u­ta­to. Allo­ra for­mu­liamo due nuove richi­este, il con­siglio comu­nale affron­ti come pri­mo pun­to all’ordine del giorno il pro­nun­ci­a­men­to sui ref­er­en­dum e posizioni due altopar­lan­ti per per­me­t­tere ai cit­ta­di­ni che saran­no sot­to il palaz­zo comu­nale di ascoltare il dibat­ti­to.
Fac­ciamo appel­lo alla coscien­za di tut­ti i con­siglieri affinché con il loro libero voto il con­siglio comu­nale indi­ca, indipen­den­te­mente dal pro­nun­ci­a­men­to delle com­mis­sioni, i due ref­er­en­dum con­sul­tivi. Questo per­ché la democrazia di manda­to si trasfor­ma in dit­tatu­ra se su ques­tioni così impor­tan­ti e non pre­viste dai prece­den­ti pro­gram­mi elet­torali non si per­me­tte ai cit­ta­di­ni di esprimere il loro parere.
Quan­do questo è avvenu­to sia a liv­el­lo nazionale che a liv­el­lo locale la democrazia si è raf­forza­ta e sono state evi­tate scelte che oggi si capisce avreb­bero gen­er­a­to solo dan­ni.
Come non ricor­dare che 30 anni fa gra­zie ad un ref­er­en­dum Piom­bi­no ha rifi­u­ta­to una cen­trale ter­moelet­tri­ca da 2500 megawatt ali­men­ta­ta a car­bone; la cen­trale avrebbe prodot­to con i fumi piogge acide, prodot­to cir­ca 750.000 ton­nel­late annue di ceneri alta­mente tossiche . Dicem­mo no!!!
Pure era in bal­lo il futuro dell’Italia, dice­vano, per l’ENEL la poten­za elet­tri­ca dove­va rad­doppi­are ogni 10 anni seguen­do una cresci­ta espo­nen­ziale. Tut­to il com­pren­so­rio seppe dire no a questo prog­et­to che avrebbe irri­me­di­a­bil­mente dis­trut­to la cos­ta est con le sue spi­agge a vocazione tur­is­ti­ca, dan­neg­gia­to l’agricoltura e la salute dei cit­ta­di­ni e non sarebbe nep­pure servi­to allo svilup­po dell’economia nazionale. Oggi è facile vedere che i cit­ta­di­ni ave­vano ragione! Le forze politiche che ammin­is­tra­vano i Comu­ni del com­pren­so­rio decis­ero che su di un tema così impor­tante dove­va essere data la paro­la ai cit­ta­di­ni, all’interno del dibat­ti­to ref­er­en­dario poi ognuno avrebbe por­ta­to le pro­prie idee. I politi­ci ebbero l’intelligenza e la sen­si­bil­ità demo­c­ra­t­i­ca di ascoltare la voce dell’intero com­pren­so­rio e di seguirne l’indicazione.
Trenta anni fa imped­im­mo con un ref­er­en­dum che di nuo­vo accadesse come a Ponte­doro, l’ ampia spi­ag­gia a sud di Piom­bi­no dove si fer­ma­va il feni­cot­tero rosa e la gente pianta­va gli ombrel­loni sulle sec­che, in mez­zo alle onde, dis­trut­ta nel dopoguer­ra dal­l’as­salto del­la siderur­gia.
Oggi i politi­ci che ci gov­er­nano dietro frasi con cui riven­di­cano la loro respon­s­abil­ità di gov­er­no nascon­dano l’arroganza di un potere che non vuole con­frontar­si con chi al gov­er­no del­la cit­tà li ha mes­si, han­no pau­ra di con­frontar­si per­ché molte delle idee che esp­ri­mono sono prive di fon­da­men­to. Tut­ta la vicen­da Asiu-RIMa­te­ria e la scelta di non fare com­piere il ref­er­en­dum dimostra la loro inca­pac­ità di gov­er­no non solo di una azien­da ma di un intero ter­ri­to­rio.
Piom­bi­no vive oggi una pro­fon­da crisi. Pos­si­amo uscirne solo se pun­ti­amo alla diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va e non alla nuo­va mono­cul­tura dei rifiu­ti, pos­si­amo uscirne se pun­ti­amo sulle ric­chezze del nos­tro ter­ri­to­rio: il mare che è tur­is­mo, pesca ed all­e­va­men­to; la ter­ra che è agri­coltura di qual­ità, pae­sag­gio, siti arche­o­logi­ci che van­no dagli etr­uschi al Medio­e­vo al Rinasci­men­to, l’archeologia indus­tri­ale, di nuo­vo il tur­is­mo; la logis­ti­ca con il por­to di Piom­bi­no che si proi­et­ta ver­so l’arcipelago Toscano, la Sardeg­na, la Cor­si­ca; il rilan­cio delle indus­trie dal­la Mag­o­na ad Afer­pi; con le boni­fiche come pre­mes­sa indis­pens­abile a tut­to. Quel che man­ca è la capac­ità del­la polit­i­ca di far­si cari­co di un prog­et­to com­p­lessi­vo che sap­pia armo­niz­zare le diverse scelte all’interno di un chiaro quadro pro­gram­mati­co dove ogni set­tore lavo­ra e si raf­forza in appog­gio e non in com­pe­tizione con gli altri. Il nuo­vo piano indus­tri­ale di RIMa­te­ria e le indus­trie dei rifiu­ti che sorg­er­an­no intorno ad essa proi­et­ta Piom­bi­no ver­so una nuo­va mono­coltura che per poche decine di posti di lavoro e lau­ti guadag­ni per pochi impedirà la decanta­ta e da tut­ti aus­pi­ca­ta diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va. Dimostr­ere­mo se ce lo per­me­t­ter­an­no che il nuo­vo piano indus­tri­ale di RIMa­te­ria basato su di una enorme dis­car­i­ca non ha nes­sun col­lega­men­to né con le boni­fiche né con il rilan­cio delle acciaierie, sono affer­mazioni del tut­to prive di fon­da­men­to. RIMa­te­ria torni indi­etro e si ori­en­ti ver­so il rici­clo e le boni­fiche col­le­gan­dosi alle esi­gen­ze locali, sen­za proi­et­tar­si ver­so il mer­ca­to nazionale per fare di Piom­bi­no con la sua dis­car­i­ca un cen­tro nazionale di trat­ta­men­to, stoccag­gio e spedi­zione di rifiu­ti spe­ciali.
Ma sopra ogni cosa vogliamo met­tere al pri­mo pos­to quel­lo che sem­pre è sta­to mes­so di lato e da ulti­mo: la dife­sa del­la salute delle per­sone, la dife­sa dell’ambiente! Oggi assis­ti­amo a liv­el­lo mon­di­ale non solo ad una crisi eco­nom­i­ca che dal 2007 dis­trugge posti di lavoro e prospet­tive di svilup­po, anco­ra più grave è la crisi ambi­en­tale. È tem­po di roves­cia­re il sig­ni­fi­ca­to neg­a­ti­vo che viene data alla frase: No nel mio giardino!(NIMBY). È tem­po che ogni comu­nità locale pro­tegga la pro­pria ter­ra, l’aria, il mare, queste sono le nos­tre vere irri­n­un­cia­bili ric­chezze! Non è la ter­ra che deve adat­tar­si al nos­tro folle modo di vivere e di pro­durre è vero l’incontrario! Sono le pro­duzioni, il modo di effet­tuar­le, il loro scopo che devono adat­tar­si alle leg­gi dell’ecologia.
A chi, igno­ran­do le carat­ter­is­tiche del ter­ri­to­rio (palude, ripor­to antrop­i­co con fal­da super­fi­ciale, Sin, vic­i­nan­za fiume e mare, case a poche centi­na­ia di metri, all’ingresso del­la cos­ta est), mal­gra­do tut­to vuole costru­irvi sopra una nuo­va enorme dis­car­i­ca dici­amo: noi ci rifiu­ti­amo!!

Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no-Val di Cor­nia

(Foto di Pino Bertel­li)

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