Un territorio che torni a vivere in sicurezza e salute

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Sabrina Nigro

PIOMBINO 22 aprile 2019 — Un tem­po lavo­rare in Mag­o­na, nel­la ex Luc­chi­ni, in Coop o all’Enel  era una garanzia. Lo stes­so val­e­va per la Dalmine, la Sol e altre realtà con­sol­i­date. Il clas­si­co lavoro con il quale arrivare alla pen­sione.
In realtà da un lato  la crisi nazionale, dal­l’al­tro quel­la locale han­no ridot­to il nos­tro ter­ri­to­rio ad un’ area di crisi com­p­lessa.  Riconosci­u­ta tale nel 2013  a segui­to del­la crisi del­la siderur­gia, set­tore indus­tri­ale di mag­giore impor­tan­za per l’economia locale.
Il riconosci­men­to, se così si può dire, di area di crisi sarebbe final­iz­za­to alla sal­va­guardia e al con­sol­i­da­men­to delle imp­rese dell’area stes­sa, all’attrazione di nuove inizia­tive impren­di­to­ri­ali e al reimpiego dei lavo­ra­tori espul­si dal mer­ca­to del lavoro. Le risorse finanziarie nazion­ali a questo final­iz­zate ammon­ta­vano a 20 mil­ioni di euro.
In realtà pos­si­amo par­lare di un sostanziale fal­li­men­to del  ban­do emana­to nel 2016 per la loro uti­liz­zazione a Piom­bi­no  (anche a Livorno non è anda­ta meglio) e l’apertura di nuovi ban­di non fa cer­to ben sper­are .
A parere nos­tro dob­bi­amo quin­di imme­di­ata­mente inter­venire con una  ipote­si di mod­i­fi­ca del­la nor­ma­ti­va, da un lato  per quan­to riguar­da la platea dei ben­e­fi­cia­ri, dal­l’al­tro  per le soglie min­ime per gli inves­ti­men­ti e le per­centu­ali di acces­so ai finanzi­a­men­ti. Ci aus­pichi­amo che nel­l’in­con­tro del 15 mag­gio questi aspet­ti siano trat­tati da chi rap­p­re­sen­terà Piom­bi­no al tavo­lo min­is­te­ri­ale.  Occorre una nor­ma­ti­va “ad hoc” che riguar­di l’in­tera area  per col­oro che sono fuo­rius­ci­ti dal mon­do del lavoro ad una età avan­za­ta (non solo lim­i­ta­to al set­tore indus­tri­ale)  e che preve­da un turn over con pro­tag­o­nisti i gio­vani che spes­so deci­dono di andare via dal ter­ri­to­rio. Un  appro­fondi­men­to meri­ta  il lavoro fem­minile e le poche pos­si­bil­ità nel ter­ri­to­rio stes­so.
Occorre

  • trovare la chi­ave di vol­ta per uscire dal­la crisi non con ammor­tiz­za­tori sociali ma cre­an­do  nuo­vo lavoro;
  • diver­si­fi­care e bonifi­care (val­utare prog­et­ti nuovi di ricon­ver­sione per gli impianti dismes­si di Enel;
  • val­oriz­zare le realtà pre­sen­ti nel ter­ri­to­rio, non solo indus­tri­ale, ascoltan­do le prob­lem­atiche di un set­tore che dà molto lavoro, l’a­gri­coltura.

In Val di Cor­nia esistono pro­duzioni agri­cole tipiche da imple­mentare e al tem­po stes­so occorre pro­teggere e val­oriz­zare il bio­logi­co e non solo. Ma non bas­ta pro­durre per­ché è nec­es­sario intrapren­dere inizia­tive atte a pro­muo­vere e far conoscere i nos­tri prodot­ti.
La Parchi Val di Cor­nia e l’oasi Orti-Bot­tagone, che ci invid­i­ano in molti, van­no val­oriz­za­ti e con­sid­er­ate due poten­zial­ità anche per l’e­cono­mia.
Chi ammin­is­tra dovrà avere una visione a 360°, essere pro­tag­o­nista sen­za   accettare  sem­pre le scelte del­l’im­pren­di­tore di turno sot­to il ricat­to occu­pazionale.  Non è suf­fi­ciente gioire quan­do arri­va chi acquista, dopo anni di crisi, ma  occorre conoscere il piano indus­tri­ale e gli inves­ti­men­ti.
E poi diver­si­fi­care, uscire da ogni mono­cul­tura, sem­pre per­dente, con atten­zione alle prob­lem­atiche ambi­en­tali. I sol­di già pre­visti per le boni­fiche devono essere uti­liz­za­ti imme­di­ata­mente anche per la prob­lem­at­i­ca del­l’amianto.  Ma occorre anche avere il cor­ag­gio di dire bas­ta a lavo­razioni impat­tan­ti per la salute dei lavo­ra­tori e non solo. Ci sono altre pos­si­bil­ità e tec­nolo­gie uti­liz­z­abili. Il nos­tro ter­ri­to­rio deve tornare a vivere e met­tere al cen­tro il lavoro ma anche la sicurez­za e la salute.

*Sab­ri­na Nigro è can­dida­to con­sigliere per la Lista civi­ca Lavoro&Ambiente

(Foto di Pino Bertel­li)

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