Variante Aferpi, garanzia di deserto produttivo

PIOMBINO 1 luglio 2017 — Le isti­tuzioni si sono con­trad­dis­tinte per inerzia, man­can­za di visione strate­gi­ca, e com­ple­ta sub­or­di­nazione ad un sogget­to pri­va­to inaf­fid­abile. Qui è la radice del­la situ­azione dram­mat­i­ca che migli­a­ia di cit­ta­di­ni di Piom­bi­no e del­la Val di Cor­nia vivono.
L’ac­cor­do fir­ma­to ieri al MISE non fa che pro­l­un­gare per altri due anni la ges­tione stra­or­di­nar­ia, sen­za che sia sta­to defini­to alcun impeg­no con­cre­to in ter­mi­ni di prog­et­ti, risorse e tem­pi. Si sono assi­cu­rati altri mesi di ammor­tiz­za­tori in atte­sa di inter­ven­ti riso­lu­tivi  di dif­fi­cile real­iz­zazione. Di forno elet­tri­co nem­meno si par­la men­tre gli altri due asset pro­dut­tivi riman­gono avvolti nel­la neb­bia più fit­ta.
La sin­te­si e il per­fet­to coro­n­a­men­to di questo atteggia­men­to dev­as­tante per il tes­su­to eco­nom­i­co e sociale del­l’in­tera Val di Cor­nia ha un nome: vari­ante Afer­pi.
La scelta urban­is­ti­ca che con­seg­na la piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale in mano al pri­va­to, lo rende padrone indis­cus­so del­l’asse strate­gi­co del­la cit­tà, indi­vid­ua un trac­cia­to irre­al­iz­z­abile e dan­noso per la 398, regala l’area del quaglio­dro­mo all’in­dus­tria accettan­do che le aree da bonifi­care resti­no dis­cariche a cielo aper­to.
Qua­si un anno fa, quan­do venne adot­ta­to questo cap­ola­voro del­la polit­i­ca urban­is­ti­ca, si disse che la vari­ante Afer­pi ser­vi­va a non dare ali­bi a Cevi­tal. Una tat­ti­ca malde­stra ed eti­ca­mente inac­cetta­bile oltreché inef­fi­cace. Siamo giun­ti alla sca­den­za del­la sol­i­da­ri­età sen­za che il pri­va­to abbia fat­to mez­zo pas­so in avan­ti sug­li accor­di di pro­gram­ma sot­to­scrit­ti, anzi. Non solo i forni elet­tri­ci sono spar­i­ti dal dibat­ti­to, ma si è rius­ci­ti nel non facile inten­to di chi­ud­ere persi­no il treno rotaie.
Non con­tenti di un sim­i­le suc­ces­so le isti­tuzioni ci ten­gono a far sapere ai cit­ta­di­ni che la vari­ante Afer­pi deve essere persi­no approva­ta. Parole fuori dal tem­po, dal­la realtà e da ogni log­i­ca di cui non si com­prende la gen­e­si e la final­ità. Gli esi­ti sono già scrit­ti e il ter­ri­to­rio non può sostenere gli effet­ti di ques­ta ulte­ri­ore pros­trazione a Cevi­tal.

Il sin­da­co di Piom­bi­no, Mas­si­mo Giu­liani, e l’asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca, Car­la Maestri­ni

Si giun­gerebbe ad un’al­tra logo­rante, lunghissi­ma serie di illu­sioni, tavoli saltati, incon­tri a metà, men­tre i mesi e gli ammor­tiz­za­tori sociali si con­sumano inutil­mente men­tre nes­suna conc­re­ta strate­gia di diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca e di svilup­po di attiv­ità com­ple­men­tari alla siderur­gia si pos­sa svilup­pare.
Si trat­ta del modo migliore per van­i­fi­care del tut­to l’in­ves­ti­men­to già effet­tua­to – e da com­pletare – sul por­to che rimar­rebbe per decen­ni pri­vo di qual­si­asi col­lega­men­to vis­to il trac­cia­to del­la stra­da pre­vis­to nel­la vari­ante a filo del Cotone. Si trat­ta anche del modo migliore per impedire qual­si­asi inter­ven­to eco­nom­i­co nel­l’area per­ché l’in­cen­ti­vo a non bonifi­care dato dal sac­ri­fi­cio del Quaglio­dro­mo, com­por­ta l’ul­te­ri­ore rin­vio alle cal­ende greche degli urgen­ti inter­ven­ti di risana­men­to ter­ri­to­ri­ale pre­or­di­nati a qual­si­asi ipote­si di svilup­po del­l’area. Questo a dis­pet­to delle cifre irrisorie — se parag­o­nate alla neces­sità — sbandier­ate in ogni occa­sione.
Se la piani­fi­cazione del ter­ri­to­rio deve rispon­dere all’in­ter­esse pub­bli­co, l’at­to da approvare è l’im­me­di­a­to ritiro del­la vari­ante adot­ta­ta e la sos­ti­tuzione con un atto sem­plice e chiaro in cui si indi­viduino gli ind­i­rizzi di svilup­po che il liv­el­lo pub­bli­co intende pro­muo­vere nel­l’area e si get­ti­no le basi per real­iz­zarli.
Piom­bi­no e la Val di Cor­nia non pos­sono essere ter­ra di nes­suno in balia degli even­ti la cui uni­ca ambizione sta nel raci­mo­lare aiu­ti dal­lo Sta­to. Occorre dig­nità, visione strate­gi­ca, garanzia del­l’in­ter­esse pub­bli­co e un piano di risana­men­to ambi­en­tale cred­i­bile, altro che vari­ante Afer­pi.

Comune dei Cit­ta­di­ni
Un’altra Piom­bi­no
Assem­blea San­vin­cen­z­i­na
Assem­blea popo­lare Suvere­to

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