ALTRO CHE PROBLEMI BUROCRATICI, I PROBLEMI SONO POLITICI

50 milioni per bonifiche incagliati tra falda e cumuli

· Inserito in Sotto la lente

PIOMBINO 30 aprile 2017 — Il 24 aprile 2014 l’alto­forno del­la Luc­chi­ni emise l’ul­ti­ma cola­ta, pri­ma di essere spen­to, ma con­tem­po­ranea­mente si accen­de­va la luce dei 50 mil­ioni stanziati nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma appe­na fir­ma­to che
des­ti­na­va quel­la som­ma alla  mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del­la fal­da da real­iz­zare nelle aree di pro­pri­età e in con­ces­sione dema­niale del­la Luc­chi­ni in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia, tramite bar­ri­era­men­to mis­to fisi­co ed idrauli­co per l’e­mu­ng­i­men­to e trat­ta­men­to delle acque di fal­da inquinate, com­pre­sa real­iz­zazione di sis­te­mi di trincee drenan­ti, pozzi di emu­ng­i­men­to, impianto di trat­ta­men­to delle acque emu­nte; mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del suo­lo nelle aree dema­niali.
Sem­bra­va che fos­sero par­tite le boni­fiche delle aree indus­tri­ali nel­l’am­bito degli inter­ven­ti per la riqual­i­fi­cazione e la ricon­ver­sione del polo indus­tri­ale di Piom­bi­no.
Sono pas­sati tre anni e sono anco­ra in aggiu­di­cazione i ban­di di Invi­talia

  • per l’ affi­da­men­to dei servizi di ese­cuzione del­la “cam­pagna di indagi­ni inte­gra­tive final­iz­za­ta alla prog­et­tazione delle opere di mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del­la fal­da da real­iz­zare nelle aree di pro­pri­età e in con­ces­sione dema­niale del­la soci­età Afer­pi spa nel sito di Piom­bi­no”,
  • per l’affidamento del­la “prog­et­tazione defin­i­ti­va, rilie­vo plano-alti­met­ri­co e prog­et­tazione esec­u­ti­va delle opere“,
  • per il servizio di ver­i­fi­ca del­la prog­et­tazione defin­i­ti­va e del­la prog­et­tazione esec­u­ti­va.

La bonifi­ca del­la fal­da
Sic­come tra quan­to sta­bil­i­to nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma e quan­to scrit­to nei ban­di c’è una dif­feren­za non trop­po lieve (ognuno può leg­gere che nei ban­di non è com­pre­sa la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del suo­lo nelle aree dema­niali) è lecito por­si la doman­da sul­la vera des­ti­nazione di quei 50 mil­ioni.
In altre parole, a cosa servi­ran­no quei 50 mil­ioni?
La rispos­ta si tro­va oggi nel “Doc­u­men­to di pro­gram­mazione dell’intervento e speci­fiche delle attiv­ità tec­niche” sul­la base del quale i parte­ci­pan­ti a quei ban­di deb­bono redi­gere le loro pro­poste:
«Alla luce degli appro­fondi­men­ti tec­ni­ci con­dot­ti nell’ambito dell’aggiornamento del­lo Stu­dio di Fat­tibil­ità, allo sta­to attuale, non risul­tereb­bero aree di com­pe­ten­za pub­bli­ca interne all’originario sta­bil­i­men­to siderur­gi­co per le quali emer­ga la neces­sità di pro­cedere all’intervento di mes­sa in sicurez­za dei suoli attra­ver­so pavi­men­tazione.
Con­seguente­mente la definizione delle stime dei costi delle opere e dei con­nes­si affi­da­men­ti di servizi di ingeg­ne­r­ia e architet­tura ha riguarda­to i soli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za del­la fal­da da real­iz­zare con finanzi­a­men­to pub­bli­co».
Insom­ma, per ora si bonifi­ca la fal­da, solo e soltan­to quel­la.
Met­ten­do insieme il Quadro Eco­nom­i­co e il Crono­pro­gram­ma alle­gati ai ban­di si arri­va alla con­clu­sione che per ora si bonifi­ca la fal­da e si spendono 33.898.600 euro, più 3 mil­ioni che cos­ta Invi­talia, in un tem­po di 64 mesi da quan­do fu fir­ma­ta la con­ven­zione tra Regione Toscana e Invi­talia.
Poiché quel­la con­ven­zione sia sta­ta fir­ma­ta nel mar­zo 2016, i lavori dovreb­bero ter­minare nel giug­no 2021.

I cumuli
Nel Quadro Eco­nom­i­co riman­gono 13.101.400 euro come risorse a dis­po­sizione del­la stes­sa Invi­talia per un “inter­ven­to di mes­sa in sicurez­za suoli”.
Prob­a­bil­mente ad essi si riferisce la stes­sa Invi­talia nel­lo stes­so doc­u­men­to quan­do affer­ma che «Ulte­ri­ori opzioni di inter­ven­to – assim­i­l­abili in ter­mi­ni di impat­to sui mec­ca­n­is­mi di dif­fu­sione del­la con­t­a­m­i­nazione alla pavi­men­tazione dei suoli — comunque coer­en­ti con gli obi­et­tivi di risana­men­to ambi­en­tale e di rein­dus­tri­al­iz­zazione del sito pre­visti dall’Accordo di Pro­gram­ma, potran­no essere ogget­to di una suc­ces­si­va fase di appro­fondi­men­to, a valle delle oppor­tune val­u­tazioni in sede di Comi­ta­to Esec­u­ti­vo dell’Accordo di Pro­gram­ma, nell’ambito delle somme a dis­po­sizione di cui al Quadro Eco­nom­i­co com­p­lessi­vo alle­ga­to al pre­sente doc­u­men­to».
La mes­sa in sicurez­za dei suoli attra­ver­so pavi­men­tazioni, come abbi­amo vis­to, non sarà ese­gui­ta e dunque di cosa si trat­ta?
In effet­ti il 21 otto­bre 2016  si tenne a Roma una riu­nione del comi­ta­to esec­u­ti­vo rel­a­ti­vo all’accordo di pro­gram­ma del 2014, pre­siedu­to da Gian­fran­co Simonci­ni con­sigliere del pres­i­dente Enri­co Rossi, con la parte­ci­pazione del sot­toseg­re­tario all’ambiente Sil­via Velo, dei rap­p­re­sen­tan­ti di Invi­talia, del Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co e dell’assessore all’ambiente del Comune di Piom­bi­no Mar­co Chiarei (nel­la foto sot­to a sin­is­tra) che così com­men­tò i risul­tati:
“Dopo l’estenuante lavoro fat­to a più mani il comi­ta­to esec­u­ti­vo ha affida­to uffi­cial­mente l’incarico a Invi­talia per avviare una val­u­tazione dei cumuli e per elab­o­rare delle pro­poste oper­a­tive su pos­si­bili inter­ven­ti di recu­pero e smal­ti­men­to.
Una vol­ta pre­sen­tate le pro­poste, sarà pos­si­bile capire l’entità delle risorse da imp­ie­gare per gli inter­ven­ti, che il Min­is­tero dell’Ambiente si è impeg­na­to a stanziare.
Si trat­ta di un risul­ta­to stori­co per­ché dopo decen­ni si chi­ude una fase dove final­mente viene trac­cia­to un per­cor­so uffi­ciale all’interno dell’Accordo di Pro­gram­ma del 2014.
Una ques­tione molto com­p­lessa, non solo dal pun­to di vista ambi­en­tale, ma anche dal pun­to di vista giuridi­co e che nell’ultimo anno ha vis­to un’accelerazione por­tan­do a questo impor­tante risul­ta­to. Anche in questo caso ci aspet­ti­amo una pro­pos­ta oper­a­ti­va da Invi­talia per l’inizio del 2017”.
I cumuli, cioè il mate­ri­ale inquina­to accu­mu­la­to nel tem­po nelle zone LI053aR oggi in con­ces­sione a RiMa­te­ria e LI53aL in con­ces­sione a Luc­chi­ni in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia che, al momen­to del­la fir­ma del­l’ac­cor­do di pro­gram­ma del 30 giug­no 2015, non furono acquisite da Afer­pi (tut­ti i fir­matari di quel­l’ac­cor­do ed in par­ti­co­lare le isti­tuzioni nazion­ali, region­ali e locali non mossero un dito) ma la cui bonifi­ca è così impor­tante che nell’ accor­do tra Dipar­ti­men­to per le politiche di coe­sione del­la Pres­i­den­za del Con­siglio dei min­istri e Regione Toscana in mate­ria di inter­ven­ti per la riqual­i­fi­cazione e ricon­ver­sione del polo indus­tri­ale di Piom­bi­no si scrisse: «Si evi­den­zia che la rimozione dei cumuli di materiali/rifiuti pre­sen­ti sia sulle aree pri­vate che su quelle in con­ces­sione con­diziona l’attuazione e l’efficacia delle attiv­ità di mes­sa in sicurez­za. Per­tan­to, si ritiene nec­es­sario e pri­or­i­tario con­cor­dare con il sogget­to pri­va­to un pro­gram­ma di rimozione dei cumuli in modo da pot­er dis­porre effet­ti­va­mente delle aree per gli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za».
La pri­or­ità ovvi­a­mente a questo pun­to è scom­parsa.
Ad oggi pare di capire che nelle aree di pro­pri­età ed in con­ces­sione dema­niale ad Afer­pi il prob­le­ma se lo gestirà autono­ma­mente Afer­pi (ammes­so che il Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co non pro­ce­da alla risoluzione del con­trat­to di ven­di­ta del­la ex Luc­chi­ni), in un modo che non ha anco­ra nes­suna approvazione uffi­ciale, e che nelle altre due non si sa bene cosa suc­ced­erà.
La LI053aR è da poco in con­ces­sione a RiMa­te­ria dopo un lun­go e per molti ver­si incom­pren­si­bile viag­gio com­in­ci­a­to almeno tre anni fa da ASIU quan­do quest’ul­ti­ma nem­meno ave­va la con­ces­sione dema­niale:

  • il 14 mag­gio 2014 il Min­is­tero del­l’am­bi­ente, con Decre­to di urgen­za N° 140, ha dichiara­to approv­abile con pre­scrizioni il prog­et­to “Bonifi­ca e mes­sa in sicurez­za per­ma­nente del­la porzione di area Luc­chi­ni su cui sorg­erà l’ampliamento del­la dis­car­i­ca ASIU”,
  • il 27 giug­no 2016 ASIU ha trasmes­so al Min­is­tero il doc­u­men­to “Vari­ante al prog­et­to di bonifi­ca e mes­sa in sicurez­za per­ma­nente del­la porzione di area Luc­chi­ni su cui sorg­erà l’ampliamento del­la dis­car­i­ca ASIU”,
  • la Con­feren­za di Servizi Istrut­to­ria del 9 novem­bre 2016 ha richiesto la trasmis­sione entro 30 giorni di un elab­o­ra­to che ottem­perasse alle pre­scrizioni impar­tite,
  • dal 1° dicem­bre 2016 Rima­te­ria è divenu­ta uffi­cial­mente con­ces­sion­ar­ia dell’area dema­niale su cui dovrà essere real­iz­za­to il prog­et­to e la con­ces­sione vin­co­la il con­ces­sion­ario alla rimozione dei “cumuli stoc­cati in modo incon­trol­la­to,
  • nel­la comu­ni­cazione del dicem­bre 2016 Rima­te­ria con­fer­ma di esser­si atti­va­ta al fine di trasmet­tere quan­to pri­ma le inte­grazioni richi­este dal­la Con­feren­za di Servizi del 9 novem­bre 2016.

Chi effettuerà la bonifi­ca Invi­talia o RiMa­te­ria? Con quali finanzi­a­men­ti? Tutte domande alle quali ad oggi non è sta­ta anco­ra data rispos­ta.
Del­la LI53aL in con­ces­sione a Luc­chi­ni in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia sul­la base delle infor­mazioni di Arpat sap­pi­amo che

  • l’area è sta­ta seques­tra­ta dal­la Procu­ra del­la Repub­bli­ca di Livorno nell’aprile 2007 e dis­se­ques­tra­ta il 19 luglio 2012 dal Tri­bunale di Livorno del 13 luglio 2012,
  • nei mesi di aprile e mag­gio 2013 l’area è sta­ta carat­ter­iz­za­ta,
  • i risul­tati analiti­ci sono sta­ti ogget­to del­la Con­feren­za di Servizi deciso­ria del 9 dicem­bre 2013, i cui esi­ti sono sta­ti approvati dal Min­is­tero del­l’am­bi­ente,
  • la Con­feren­za deciso­ria ha pre­so atto dei risul­tati parziali riman­dan­do ad una val­u­tazione finale dopo il com­ple­ta­men­to del­la carat­ter­iz­zazione,
  • il Min­is­tero ha richiesto alla  Luc­chi­ni la pre­sen­tazione di un piano di ges­tione dei mate­ri­ali pre­sen­ti in cumu­lo che lim­i­tano o impedis­cono il com­ple­ta­men­to delle attiv­ità di inves­tigazione ambi­en­tale.

Di un qualche inter­ven­to fino ad oggi nes­suno ha dato notizia anche per­ché quel­la pro­pos­ta oper­a­ti­va che l’asses­sore Chiarei si aspet­ta­va da Invi­talia per l’inizio del 2017 non sem­bra essere per­venu­ta, a parte il fat­to che come fac­cia Invi­talia ad inter­venire sul­l’u­na e sul­l’al­tra zona in attuazione del­l’in­car­i­co che gli deri­va dal­l’ac­cor­do di pro­gram­ma del 30 giug­no 2015 e dei rel­a­tivi finanzi­a­men­ti essendo quelle aree che non com­p­rese in quel­l’ac­cor­do solo Dio lo sa. Ma, come è noto, questi sono prob­le­mi su cui oggi si è soli­ti soprassedere.

Un nuo­vo mod­el­lo di svilup­po real­iz­za­to
Qualche giorno fa il sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giu­liani par­lan­do dei ritar­di del piano indus­tri­ale Afer­pi e di quel­li del­la rein­dus­tri­al­iz­zazione ha avu­to la bon­tà di dichiarare che “Non si trat­ta solo di sol­di, qui serve un cam­bio di pas­so anche dal pun­to di vista del­lo snel­li­men­to delle pro­ce­dure. Non è pos­si­bile asseg­nare finanzi­a­men­ti, pen­so a quel­li per le prime boni­fiche, e non poter­li anco­ra spendere dopo due anni. Si trat­ta di 50 mil­ioni di euro anco­ra non spe­si, come più volte ricorda­to su queste pagine, a causa di una macchi­na buro­crat­i­ca far­ragi­nosa all’inverosimile”. Forse sarebbe oppor­tuno che il sin­da­co ricor­dasse che ben più di due sono gli anni che sono pas­sati dal­l’asseg­nazione al Comune di Piom­bi­no dei finanzi­a­men­ti per la bonifi­ca di Cit­tà futu­ra e delle dis­cariche di Pog­gio ai ven­ti e che nes­suna bonifi­ca è sta­ta com­pi­u­ta.
No, il rac­con­to delle con­trad­dizioni insite nel­l’at­tuazione delle boni­fiche del­l’area indus­tri­ale dimostra­no che al fon­do non ci sono prob­le­mi buro­crati­ci quan­to piut­tosto prob­le­mi politi­ci che han­no a che fare con la man­can­za di idee pre­cise, con l’in­ca­pac­ità di uti­liz­zare nelle deci­sioni il meto­do del­la pro­gram­mazione, con la non volon­tà di fare scelte di pri­or­ità.
E l’e­sem­pio ulte­ri­ore è pro­prio offer­to dal­la ten­den­za a incol­pare sem­pre pro­ce­dure e dif­fi­coltà buro­cratiche, come se le regole, ammes­so che ci sia un prob­le­ma di regole, non le facesse la polit­i­ca.
Sono un prob­le­ma ed una respon­s­abil­ità polit­i­ca

  • non aver pre­so in con­sid­er­azione nell’accordo di pro­gram­ma del 2014 e non averne fat­to ele­men­to cen­trale ambi­en­tale ed eco­nom­i­co la ques­tione del gov­er­no dei flus­si di mate­ria (cave-scorie-opere por­tu­ali e infra­strut­turali) su cui c’er­a­no state rif­les­sioni, prog­et­tazioni, real­iz­zazioni pub­bliche da almeno ven­t’an­ni,
  • non aver col­lo­ca­to sem­pre nel­lo stes­so accor­do con il dovu­to peso il tema dei rifiu­ti indus­tri­ali esisten­ti sul ter­ri­to­rio e del­la loro riu­ti­liz­zazione,
  • aver esclu­so dal­l’ac­cor­do le due aree LI53, atto non neces­si­ta­to dalle deci­sioni del com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di o dal­la volon­tà di Issad Rebrab quan­to piut­tosto dal­la cor­re­spon­s­abil­ità di tut­ti i fir­matari.

Più in gen­erale è un prob­le­ma ed una respon­s­abil­ità polit­i­ca il fat­to che si sia con­sid­er­a­ta e si con­tinui a con­sid­er­are la prob­lem­at­i­ca delle boni­fiche (e quel­la delle infra­strut­ture viarie e fer­roviarie) come una ques­tione fra le altre men­tre è pre­lim­inare e vin­colante e dunque pri­or­i­taria qualunque sia lo sce­nario eco­nom­i­co futuro. Il fat­to che il piano (si fa per dire) Afer­pi sia tra­bal­lante ne aumen­ta il val­ore.
Ed infine è un prob­le­ma ed una respon­s­abil­ità polit­i­ca il fat­to che Piom­bi­no e la Val di Cor­nia han­no rin­un­ci­a­to ad esercitare un ruo­lo autonomo di anal­isi, ideazione, for­mu­lazione di pro­poste fonda­to su una visione pen­sa­ta e mis­ura­ta del futuro del­la Val di Cor­nia e si sono acco­dati invece di vol­ta in vol­ta, Piom­bi­no e la Val di Cor­nia, al sal­va­tore pri­va­to di turno e sem­pre all’is­ti­tuzione “supe­ri­ore”, così come dimostra la sto­ria dei pro­to­col­li e degli accor­di di pro­gram­ma doc­u­men­ta­ta da Stile libero in un recente arti­co­lo. Sarebbe sta­to pro­prio dif­fi­cile dire fran­ca­mente ed esplici­ta­mente che si dove­va puntare in maniera seria su due ele­men­ti, boni­fiche ed infra­strut­ture, invece di dis­perder­si e dis­perdere risorse in mille riv­o­li oltret­tut­to insignif­i­can­ti ed inutili, così come la realtà degli even­ti dimostra?
In com­pen­so si con­tin­ua ad inneg­gia­re all’e­cono­mia cir­co­lare e al nuo­vo mod­el­lo di svilup­po real­iz­za­to, addirit­tura alla Val di Cor­nia come cap­i­tale euro­pea dell’economia cir­co­lare.
No, non è un prob­le­ma buro­crati­co.

(Foto di Pino Bertel­li)

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