PIOMBINO 22 feb­braio 2017 – Era suc­ces­so già a set­tem­bre e  a otto­bre dell’anno pas­sato e la situ­azione si è ripetu­ta a novem­bre: nes­suna impre­sa ha chiesto, né di con­seguen­za ottenu­to, gli incen­tivi per nuove assun­zioni mes­si a dis­po­sizione dal­la Regione Toscana a Piom­bi­no in quan­to area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa.

Li han­no ottenu­ti

• 13 imp­rese per l’assunzione di 19 lavo­ra­tori nel­la provin­cia di Mas­sa e Car­rara,
• 14 imp­rese per l’assunzione di 16 lavo­ra­tori a Livorno, Colle­sal­vetti e Rosig­nano
• 2 imp­rese per l’assunzione di 14 lavo­ra­tori nell’ Ami­a­ta.

Altre 7 imp­rese non sono state ammesse.
I con­tribu­ti approvati per­me­t­tono di erog­a­re alle imp­rese una som­ma pari a 210mila euro così sud­di­vise tra le aree di crisi:

• Mas­sa e Car­rara 106.000 euro,
• Livorno 76.000 euro,
• Ami­a­ta 28.000 euro.

È persi­no inutile sot­to­lin­eare che siamo di fronte ad una ulte­ri­ore dimostrazione che gli stru­men­ti per la rein­dus­tri­al­iz­zazione del­la Val di Cor­nia, calati dal­l’al­to sen­za nes­suna anal­isi sulle crit­ic­ità e sulle poten­zial­ità del ter­ri­to­rio, pro­prio non fun­zio­nano anche se i rap­p­re­sen­tan­ti delle isti­tuzioni sem­bra­no non accorg­ersene.

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