DOPO LA PRESENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA DI JSW PER PIOMBINO

Domande da fare, risposte da richiedere

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Redazione

PIOMBINO 25 mag­gio 2018 — La riu­nione del 24 mag­gio, con­vo­ca­ta dal Respon­s­abile del­la ges­tione oper­a­ti­va dell’Unità ges­tione verten­ze imp­rese in crisi del Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co per l’illustrazione del piano indus­tri­ale JSW per lo sta­bil­i­men­to Afer­pi di Piom­bi­no, ha dato i risul­tati che non pote­va non dare, comunque lon­tani dalle retoriche certezze con le quali era sta­ta annun­ci­a­ta e pro­pa­gan­da­ta. In sin­te­si quel­lo pre­sen­ta­to non è un piano indus­tri­ale ma linee gui­da e inoltre, pri­ma di arrivare alla fir­ma del con­trat­to di acquis­to delle azioni di Afer­pi, Piom­bi­no Logis­tics e GSI, JSW Steel Italy vuole aver fir­ma­to un con­trat­to di pro­gram­ma con le isti­tuzioni e un accor­do con le orga­niz­zazioni sin­da­cali. Cosa non meno impor­tante, men­tre è data per cer­ta l’intenzione di rimet­tere in fun­zione i tre lam­i­na­toi esisten­ti a Piom­bi­no e far­li pro­durre fino al 2020 con una occu­pazione che dai 435 lavo­ra­tori del sec­on­do semes­tre 2018 arri­va ai 705 nel 2020, il resto, e cioè la costruzione di nuovi forni elet­tri­ci, è rimanda­to a ver­i­fiche finanziarie e stu­di di fat­tibil­ità, così come del resto JSW ave­va noti­fi­ca­to uffi­cial­mente al “Nation­al stock exchance of India” e al “Bse lim­it­ed” (Stile libero 21 mag­gio 2018 JSW: “Ver­so l’Europa, lam­i­na­toi, por­to e poi si vedrà”, ndr).
Sic­come in molti comu­ni­cati sem­bra che sia total­mente dimen­ti­ca­ta l’esperienza fat­ta con Cevi­tal, quel­la che ha por­ta­to se non altro alla perdi­ta di quat­tro anni di tem­po imp­ie­gati nell’inseguimento di sog­ni impos­si­bili, e che l’unico prob­le­ma sia quel­lo, che pur esiste, dell’accelerazione dei tem­pi, forse sarà utile met­tere in ordine qualche doman­da che sarebbe oppor­tuno porre.
Fir­mare un nuo­vo accor­do di pro­gram­ma è ovvi­a­mente indis­pens­abile vis­to che cam­bia l’interlocutore e cam­biano i proposi­ti, oltreché per il fat­to che quel­lo vec­chio con­tiene così tante dimen­ti­canze e ha prodot­to così tan­ti fal­li­men­ti che una sua riv­is­i­tazione è il min­i­mo che si pos­sa fare. Il pres­i­dente Enri­co Rossi lo vuole fir­mare entro la pri­ma metà di giug­no ma questo sig­nifi­ca fir­mar­lo sul­la base di un piano indus­tri­ale che non esiste o che al mas­si­mo assi­cu­ra la riparten­za dei tre lam­i­na­toi (cosa utile ma del tut­to insuf­fi­ciente) sub­or­di­nan­do il resto a stu­di e ver­i­fiche. E non si trat­ta di prog­et­tazioni, come pen­sa il sin­da­co di Piom­bi­no, e nem­meno di fat­tibil­ità tec­ni­ca, si trat­ta di fat­tibil­ità eco­nom­i­ca e finanziaria e non è poco. Le isti­tuzioni locali, region­ali e nazion­ali si accon­tenter­an­no di quelle linee gui­da o pre­tender­an­no qual­cosa di più, for­ti di tutte le espe­rien­ze neg­a­tive fat­te almeno dal 2007 ad oggi?
Ma anco­ra.
Si trasferirà a JSW quell’opzione su una enorme porzione di ban­chine e retroter­ra por­tu­ali (per­al­tro tutte da costru­ire ed attrez­zare) come è sta­to fat­to con Afer­pi con la con­clu­sione che tut­to è rimas­to con­ge­la­to per anni?
Si passer­an­no a JSW pro­pri­età e con­ces­sioni dema­niali, così come ad Afer­pi, per tut­ti i ter­reni, anche quel­li vici­ni alla cit­tà ma non solo quel­li, sen­za conoscere le inten­zioni di JSW ed anzi dan­do a ques­ta una car­ta in bian­co al di fuori di ogni pro­gram­mazione pub­bli­ca ed anzi ris­er­van­dosi mod­i­fiche urban­is­tiche sub­or­di­nate alle vere inten­zioni di JSW quan­do queste si man­i­fester­an­no?
La cosa è lega­ta anche alle demolizioni degli impianti non più uti­liz­za­ti che ven­gono a gran voce invo­cate come soluzione per il lavoro di qualche centi­naio di lavo­ra­tori. Se non si trat­ta di quel­lo scav­are le buche e poi riem­pir­le di key­ne­siana memo­ria, allo­ra sarebbe utile riflet­tere sul fat­to che già pri­ma di demolire sarebbe bene sapere se è nec­es­sario, se ciò che si demolisce può essere invece riu­ti­liz­za­to e comunque avere una cog­nizione del­la des­ti­nazione dei ter­ri­tori che si lib­er­a­no. Tut­to il con­trario di ciò di cui si par­la. Sen­za sot­tacere poi il fat­to che le demolizioni di cui si par­la sono vere e pro­prie boni­fiche per le quali occor­rono com­pe­ten­ze e spe­cial­iz­zazioni e piani (così come in sede di Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale il Min­is­tero dell’ ambi­ente ha già chiesto). Pen­sa il Comune di Piom­bi­no che tut­to questo cos­ti­tu­is­ca un inutile orpel­lo super­abile con la sem­plice invo­cazione del­lo svilup­po sosteni­bile e dell’economia cir­co­lare?
Tra le tante ulte­ri­ori domande ne for­mu­liamo solo una.
L’accordo di pro­gram­ma del 30 giug­no 2015, quel­lo da riscri­vere, è sta­to sem­pre pro­pa­ganda­to non solo come stru­men­to per la ripresa del­la pro­duzione siderur­gi­ca e per la bonifi­ca del ter­ri­to­rio ma anche come leva per la ripresa eco­nom­i­ca ed occu­pazionale. Dimostram­mo a suo tem­po che nes­suno di questi ele­men­ti trova­va lì la soluzione e dunque il prob­le­ma si pone di nuo­vo. Abban­do­nano le isti­tuzioni pub­bliche questi obbi­et­tivi e pen­sano ad un accor­do purché sia, viste le linee gui­da (non il piano indus­tri­ale) pro­poste da JSW, las­cian­do perdere il resto? In quelle linee gui­da non ci sono le soluzioni né per man­tenere gli ammor­tiz­za­tori sociali per i dipen­den­ti Afer­pi (non tran­quil­liz­zano affat­to le ras­si­cu­razioni del respon­s­abile del­la ges­tione oper­a­ti­va dell’Unità ges­tione verten­ze imp­rese in crisi del Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co) né tan­tomeno per tut­ti col­oro che dagli ammor­tiz­za­tori sociali non sono cop­er­ti né lo saran­no. Cosa pen­sa di fare il Comune di Piom­bi­no? Pen­sa di accon­tentar­si del­la ripropo­sizione nel nuo­vo accor­do di pro­gram­ma di quegli incen­tivi per le imp­rese ed il lavoro, che già sono mis­era­mente fal­li­ti,  con la con­tin­u­azione del meto­do del­lo spizzichi­no a tut­ti per accon­tentare tut­ti e poi di una val­u­tazione dei risul­tati nem­meno par­larne? O pen­sa di indi­care con pre­ci­sione alcune pri­or­ità su cui far con­verg­ere tut­ti i finanzi­a­men­ti, ad esem­pio sulle infra­strut­ture mate­ri­ali ed imma­te­ri­ali e sulle boni­fiche ambi­en­tali come pre­messe e con­dizioni per gli inves­ti­men­ti pri­vati, quel­li che pos­sono davvero creare vero lavoro?
Spe­ri­amo che le domande non siano retoriche e le risposte evanes­cen­ti.

Una risposta a “Domande da fare, risposte da richiedere”

  1. Giuseppe Ragazzini says:

    C’è grande con­fu­sione sot­to il cielo final­mente limpi­do di Piom­bi­no e i soli­ti avvoltoi sono in aggua­to.

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