1032 euro e la vicenda dei Pozzetti è chiusa
PIOMBINO 10 maggio 2017 — È finita con un “Permesso a costruire in sanatoria” rilasciato dal Comune il 6 aprile 2016 e col pagamento di 1.032 euro da parte del costruttore la vicenda delle palazzine dei Pozzetti che tanto ha fatto discutere la città di Piombino a partire dal 2013. La discussione riguardava il fatto che l’altezza di quelle costruzioni finiva con il rovinare il punto panoramico su via della Pace.
Il Comune di Piombino aveva contestato al costruttore che tutti e tre gli edifici lì presenti sarebbero stati realizzati ad una quota di stacco rispetto al livello del mare superiore a quella prevista dai permessi edilizi e per questo a partire dal febbraio 2013 aveva emesso dei provvedimenti di sospensione dei lavori e di irrogazione di una sanzione pecunaria pari a 100.628,80 euro ed aveva negato un accertamento di conformità e il rilascio di una concessione in sanatoria richiesti dalla società costruttrice.
L’impresa Giorgi presentò ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale che giudicò essere doppiamente errata la motivazione sulla cui base il Comune di Piombino aveva negato l’accertamento di conformità.
In primo luogo perché si riferiva alla disciplina del piano regolatore generale senza considerare la autonoma efficacia dello strumento attuativo nella disciplina degli interventi edilizi realizzabili nella zona.
In secondo luogo (e conseguentemente) perché non aveva considerato che il piano di lottizzazione approvato dal Consiglio comunale di Piombino il 2 marzo 2011 demandava al momento del rilascio del permesso edilizio la valutazione della ammissibilità di eventuali scostamenti.
In effetti il piano pur prevedendo, a detta dello stesso Comune, una definizione accurata delle quote e delle quote naturali dei terreni rispetto al livello del mare nello stato antecedente alla realizzazione degli interventi, nondimeno dichiarava tali previsioni come “non prescrittive” potendo le quote strada essere correttamente individuate con la presentazione dei singoli permessi.
Nello stesso tempo il piano medesimo consentiva la possibilità di apportare lievi modifiche ai tracciamenti ed agli allineamenti necessitati da cause di forza maggiore.
Il Comune avrebbe potuto annullare il piano di lottizzazione in via di autotutela ma non l’aveva fatto.
E così il Tribunale stabilì che la verifica di conformità delle difformità riscontrate doveva essere rinnovata sulla base di quanto scritto nella sentenza. E annullò sia il diniego di accertamento di conformità sia la sanzione pecuniaria irrogata sul presupposto della non sanabilità dell’intervento.
Il Comune non ha potuto che riesaminare la verifica di conformità delle difformità riscontrate alla luce delle norme tecniche di attuazione del piano di lottizzazione e convenire che le opere eseguite non contrastano con le normative, i regolamenti e con gli strumenti urbanistici ed edilizi vigenti attualmente ed al momento della loro realizzazione.
Di qui il rilascio del permesso a costruire in sanatoria.
Il Tribunale Regionale Amministrativo ha compensato le spese per cui a carico del Comune è rimasto il pagamento di 3.568,50 euro a favore dell’avvocato Renzo Grassi e 1.500 euro a favore dell’architetto Stefania Fancelli.